Wikileaks e le rivelazioni sulla guerra in Iraq

Dopo il sito di Julian Assange molte testate internazionali, compresa Al Jazeera, hanno iniziato a pubblicare sui loro siti una parte degli oltre 400.000 documenti sulla guerra in Iraq forniti da Wikileaks. Documentazione che fornisce i dati sui civili morti (66.000), mentre Washington ha sempre negato di disporre della contabilità delle vittime civilli, e di altri (15.000) in incidenti di cui finora non si sapeva nulla e che sono ascrivibili ai militari iracheni. I documenti, che imbarazzano non poco il Presidente Obama e mettono in seria difficoltà il Pentagono, parlano anche di torture perpetrate dai militari iracheni (ci sarebbero anche morti a causa di quelle torture) e coperte dalle autorità statunitensi e inglesi
Inoltre Al Jazeera ha svelato nuovi dossier di Wikileaks sulle stragi di civili compiute ai posti di blocco sorvegliati dai soldati Usa e, in questi  dossier, ci sarebbe anche la ricostruzione della morte di Nicola Calipari (lo 007 italiano che liberò la giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena e che perse la vita durante il percorso verso l'aeroporto ad un posto di blocco Usa).
La cosa più spaventosa che emerge però, dopo i famosi casi di abusi ad opera di soldati americani sui prigionieri e della discussa gestione di Guantanamo, sono le torture e le rappresaglie ad opera di militari iracheni, stavolta, che le forze di occupazione fanno finta di non vedere. I referti medici parlano di prigionieri incatenati, bendati per lungo tempo, appesi per i polsi o le caviglie e sottoposti a frustate, pugni, calci o elettroshock. In almeno sei casi i detenuti sarebbero deceduti a causa delle torture subite. Nel giugno del 2007 un prigioniero fu torturato da tre agenti, che utilizzarono degli acidi sulle sue mani e gli amputarono alcune dita. L’uomo fu poi ricoverato nell’ospedale di Mosul con gravi ferite, a tal punto che i medici furono costretti ad amputargli una gamba fino al ginocchio, alcune dita dai piedi e alcune dita di entrambe le mani. Molti poliziotti e soldati commettono crimini per tornaconto personale o per motivi politici. Un poliziotto torturava i propri prigionieri per ottenere dai loro familiari del denaro per arrestare le torture. Un altro si faceva corrompere per consentire a chi lo voleva di farsi giustizia da solo entrando nella stazione di polizia per accanirsi contro i prigionieri.
La fuga di notizie è stata condannata dal Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, secondo cui c'e' il rischio di mettere in pericolo <>.

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