



Nato a Torre Annunziata (l'8 Agosto 1919)
è morto ieri a Los Angeles il più famoso produttore cinematografico italiano. Inizia la sua carriera a soli 20 anni e attraversa la storia del cinema passando dalla rinascita culturale italiana dopo la guerra con il
neorealismo alla collaborazione con Carlo Ponti e
Federico Fellini con il quale vince due
Oscar per "La strada" (1954) e "Le notti di Cabiria" (1957). E' il momento della sua consacrazione definitiva e inizia anche ad investire in Italia ristrutturando gli stabilimenti di produzione "Teatri della Farnesina" e costruendo nuovi teatri di posa a Roma chiamati "Dinocittà", dove sono stati girati diversi film con star di Hollywood. Nel 1972, con l'entrata in vigore della legge Corona che prevedeva sussidi solo ai film con 100% di produzione italiana, Dino De Laurentis si trasferisce
in America dove alterna grandi successi al botteghino (ma non di critica) a flop di film che poi diverranno dei cult cinematografici : tra i successi "Serpico" di Sidney Lumet (1973), "I tre giorni del Condor" (1975) di Sidney Pollack, il remake di "King Kong" (1976) e tra i flop due film di David Lynch "Dune" (1984) e "Velluto blu" (1986). Gli ultimi successi arrivano con la trilogia, tratta dai romanzi di Thomas Harris, costruita sul personaggio di
Hannibal "The Cannibal". Nel 2003 riceve
il Leone d'Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia dove dice: "Il problema dei registi italiani è che vogliono fare i film con un occhio alla critica. Noi però siamo show-man e dobbiamo fare film solo per il pubblico. Ora voglio dimostrare al cinema italiano che ci sono grandi storie da raccontare. Ho voglia di tornare in Italia a lavorare per fare dei film che riescano ad uscire dall'Italia". Da tempo lontano dal movimento italiano, che di certo non faceva per lui, nel 2001 Hollywood gli attribuisce il
Premio Irwing Thalberg, massima onorificenza per la produzione. E' scomparso uno dei tanti fabbricatori di successi italianissimi che abbiamo regalato agli Stati Uniti.
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