"Vieni via con me": in onda coraggio e cultura

Le parole che possono descrivere la prima puntata di "Vieni via con me", la  trasmissione andata in onda ieri su Rai3, sono coraggio e cultura. Il coraggio di Saviano (che non è quello di fare questa trasmissione), il coraggio di parlare di mafia e politica in modo chiaro e diretto facendo nomi e cognomi (Benigni più volte parla in maniera diretta al boss casalese Schiavone), il coraggio di affrontare temi tabù, come quello dell'omosessualità, senza scimiottamenti da avanspettacolo (Nichi Vendola fa un elenco di modi di chiamare e definire gli omosessuali nella nostra società), il coraggio di fare una prima puntata che fatta così potrebbe essere l'ultima. La cultura, l'obiettivo riuscito è stato quello di costruire un qualcosa che parlasse non di cultura ma di tutto quello che fa cultura e che molti manco sanno essere tale. La cultura come ricchezza, come libertà, come arma contro la povertà, come amore per il nostro Paese, come conoscenza, come amore per i sentimenti nobili. Il giorno in cui va in onda la trasmissione di Fazio è quello tra i più stimolanti dal punto di vista televisivo, va in onda un modello culturale contro un altro, il modello delle diversità contro quello della massificazione cerebrale, Vieni via con me contro Grande Fratello.

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