I Vesuviani (1997) di Pappi Corsicato

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Racconti di Napoli intensi e atipici di quattro giovani autori, ora affermati.



I vesuviani
GENERE: Drammatico, Metafora
ANNO: 1997   DATA:
NAZIONALITÀ: Italia
REGIA: Pappi Corsicato, Antonietta De Lillo, Antonio Capuano, Stefano Incerti
CAST: Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Cristina Donadio, Paola Iovinella, Anna Avitabile, Franco Iavarone
VOTO: 7+

Trama
"Nella stirpe di Iana" una banda di motocicliste (ispirate al culto della divinità Iana) seminano terrore e battono anche noti malviventi nella provincia di Napoli. "Maruzzella" è un travestito che allieta gli spettatori di un cinema a luci rosse fino a che tra gli spettatori compare Elvira e la sorte del cinema e dei due cambierà. "In Sofialorèn" la storia di Toritore che vive nel rione Terra di Pozzuoli, disabitato e sismico, e cattura un polipo che di notte si trasforma in una sensualissima donna. "Nella bottiglia del diavolo" Fausto è un barbone che acquista una bottiglia dove sarebbe rinchiuso il diavolo che permette di esaudire desideri ma che, allo stesso tempo, porta sventure se non si vende la stessa ad un prezzo inferiore ad un altra persona. Ne "La salita" il sindaco di Napoli cammina faticosamente sulle pendici del Vesuvio incontrando simboli e metafore della società contemporanea.

Recensione
E' un esperimento cinematografico di cinque giovani autori e registi napoletani (oggi affermatisi come talenti del nostro cinema) che fanno un ritratto sincero, surreale, barocco, diverso e intenso di Napoli e della sua anima attraverso racconti che poco hanno della "napoletaneità" più usata. Sembra un manifesto di intellettuali e giovani menti legale alla cultura partenopea che danno l'idea di quanta energia nuova nasca dalle viscere del Vesuvio, non a caso "I vesuviani". Racconti molto diversi tra di loro uniti da questa cifra stilistica. Si passa dai riferimenti mitologici e dal ruolo della donna nella società partenopea in stile Tarantino (nell'episodio "La stirpe di Iana" di Pappi Corsicato); al travestitismo presente nella Napoli di ieri e di oggi (nell'episodio "Maruzzella" di Antonietta De Lillo); surrealismo puro nell'episodio di Antonio Capuano "Sofia Lorèn"; il meno napoletano in assoluto e, forse, quello di cui non si capisce l'inserimento in questo progetto è "Il diavolo nella bottiglia" di Stefano Incerti; si finisce con "La salita" di Mario Martone dove Toni Servillo interpreta il sindaco di Napoli di allora (Antonio Bassolino) che scala il Vesuvio, come metafora di quanto sia difficile governare una città così complessa, e si pone interrogativi sulla sinistra e sulla difficoltà di conciliare nobili ideali con le concrete esigenze della società contemporanea. Di Pasoliniana memoria il riferimento al corvo (come in "Uccellacci e uccellini") che parla con il sindaco stanco nel cammino vesuviano.

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