Un genio dietro la macchina da presa, definito "l'autore del male", con il suo "Antichrist" tante polemiche ha suscitato al Festival di Cannes toccando i temi a lui cari: la religione, il diavolo, il sesso, le donne. In Italia il film è stato accompagnato da divieti, censure, ed è presto scomparso dalle sale. Ora riprova a stupire con un nuovo progetto dal titolo che è tutto un programma, "The Nymphomaniac".
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"Antichrist" (2009) |
Atteso di nuovo al prossimo Festival di Cannes in concorso con "Melancholia", un disaster movie psicologico al centro del quale ci sono sempre le donne. E' la storia di due sorelle, interpretate da Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg (doveva esserci Penelope Cruz che ha preferito seguire Jhonny Deep nel suo "Pirati dei Caraibi"), e del loro modo di reagire alla fine del mondo per l'entrata in collizione di un enorme pianeta alla Terra.
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"Melancholia" (2011) |
Il regista, in piena fase creativa, lancia già il suo nuovo progetto "The Nymphomaniac": "Sto pensando di fare un film sulla nascita erotica di una donna, una donna che scopre il suo erotismo". Di nuovo la donna al centro della sua filmografia (umiliata, torturata ed amata nei suoi film) in una pellicola a sfondo erotico che siamo certi farà discutere quanto l'Anticristo. In un primo momento aveva pensato come titolo a Dirt in Bedsores (Sporco tra le piaghe di decubito), ma poi ha optato per un più commerciale ed appetibile "The Nymphomaniac", anche per un più facile finanziamento.
Biografia
Nasce a Copenaghen nel 1956 da genitori di larghe vedute che gli permettono una forte autodeterminazione, ma anche responsabilità. Lascia presto la scuola, il Lundtofte, un istituto scolastico dai metodi molto autoritari e finisce gli studi con l'insegnamento a distanza. Orgoglioso di essere ebreo da parte di padre, la madre gli rivela sul letto di morte che il suo vero padre è un altro. Infatti la madre per dare al figlio "geni artistici" ha una relazione con il suo datore di lavoro Fritz Michael Hartmann, compositore ed appartenente ad una illustre famiglia danese, da cui nasce Lars. Tenta di riallacciare i rapporti con il padre biologico, che ormai è novantenne, ma riesce solo a scrivergli tramite avvocati. Egocentrico, come dice lui soffre di una forte autovenerazione, aggiunge il "von" al suo nome, anche perchè il nonno gli racconta che in Germania il suo abbreviativo veniva scambiato con il "von" e , quindi, veniva chiamato Sven von Trier. Uno zio regista gli fa avere una parte, a soli 13 anni, in una serie televisiva. Inizia la sua passione cinematografica, inizia ad usare la telecamera ad 8 millimetri della madre e trova impiego nella Statens Filmcentral come consulente dove può usare macchinari professionali per il montaggio. Nel 1977 i suoi primi due cortometraggi: "Il giardiniere delle orchidee" e "Menthe, la ragazza felice". Vince il concorso ed entra al Danish Film Institute. Una volta laureato sposa la regista, sceneggiatrice, produttrice e attrice Cæcilia Holbek dalla quale divorzia nel 1996, per sposare la molto giovane babysitter dei suoi due figli, Bente Frøge, ingravidando per ben due volte anche quest'ultima.
I film e le trilogie
Si fa conoscere con "L'elemento del crimine" (1984), realizzato con il suo amico Tom Elling con cui lavorerà anche in seguito. Con questo film, di poco successo in patria, si fa conoscere in Europa vincendo il premio per miglior contributo tecnico al Festival di Cannes. Inizia la trilogia europea che continua con "Epidemic" (1987) e si chiude con "Europa" (1991), che racconta di un americano di origine tedesca che torna in Germania nel 1945 per trovare i parenti e dove appare anche lui in un piccolo ruolo da ebreo. Con questo film fa incetta di premi a Cannes (Premio della Giuria, Gran Premio Tecnico e Premio per il Miglior Contributo Artistico) e viene notato da Steven Spielberg che gli offre di girare un film, ma lui, lontano dai meccanismi hollywoodiani, declina la proposta.
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"Europa" (1991) |
Dopo i successi del telefilm horror "The Kingdom" e la presentazione del manifesto Dogma 95 gira uno dei film più belli della cinematografia mondiale, "Le onde del destino" (1996), che vede protagonista Emily Watson e racconta la storia di una schizofrenica e ritardata che sposa un operaio mai domo del sesso e si consuma per lui fino a morire. Premio della giuria a Cannes e Cesar come miglior film straniero. Segue completamente i dettami del Dogma 95 il film "Idioti" (1998) che ha riscosso polemiche e successo.
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"Le onde del destino" (1996) |
Il film che lo fa conoscere al grande pubblico è "Dancer in the dark" (2000), musical atipico con Bjork nella sua unica interpretazione cinematografica. Il film è dalle tinte nere e sensazioni di angoscia ed impotenza filtrano dalla storia, dalle musiche, dalle luci, dalle atmosfere rarefatte e scure. Sofisticato ma essenziale nella sua durezza. Racconta di un' operaia che arriva in America dalla Cecoslovacchia e scopre di essere affetta da una cecità progressiva che si potrebbe estendere perfino al figlio. Arriva la Palma d'Oro.
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"Dancer in the dark" (2000) |
Arriva Dogville (2003), uno dei suoi migliori film con un cast eccezionale che vede la divina Lauren Bacall, Paul Bettany, James Caan, Ben Gazzara, Chloe Sevigny e Nicole Kidman che si propone lei per lavorare con Lars Von Trier. Con questa pellicola vince il David di Donatello come miglior film straniero e l'European Film Award come miglior regista. Dogville si propone come una trilogia che racconta le vicende di Grace, bella e giovane donna che proviene da una famiglia ingombrante e che vagabonda da una città all'altra dell'America. La trilogia si ferma però con il solo "Manderlay" (2005) incentrato sul tema della schiavitù e senza più Nicole Kidman. Sperimenta l'automavision, tecnica dove la macchina da presa è fissa ed è mossa solo da un computer, per la commedia "Il grande capo" (2006). Seguono i più recenti e discussi "Antichrist" e "Melancholia".
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"Dogville" (2003) |
La mancanza totale di regole nella sua infanzia sembra spingere il regista ad avere bisogno di regole e limitazioni e trasferisce questo bisogno nel suo cinema. Il 3 maggio del 1995 è autore di un manifesto che firma insieme ad altri registi che costituiscono il movimento cinematografico Dogma 95, "un voto di castità" composto da un decalogo, dieci regole che i registi firmatari del manifesto devono rispettare nel fare 5 film. Secondo Lars Von Trier scopo di tutto questo è "costringere la verità a uscire dai personaggi e dalle ambientazioni", a dispetto dell'estetica e dei meccanismi hollywoodiani. Le regole sono:
1) le riprese devono esse fatte sul luogo, il set non deve essere costruito;
2) il suono non deve essere separato dalle immagini e viceversa (la musica può rimanere se è nel contesto);
3) la camera deve essere tenuta a mano;
4) la pellicola deve essere a colori, le luci speciali sono vietate;
5) filtri e trucchi visivi sono vietati;
6) il film non deve contenere omicidi, armi, azioni violente;
7) il film deve seguire la regola del "qui e ora", sono vietati salti temporali e geografici nella narrazione;
8) il film di genere sono vietati;
9) il formato della pellicola deve essere "Academy 35 mm".
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"The Kingdom" (1994) |
La televisione
Si divide spesso tra cinema e televisione e ha all'attivo anche diversi spot pubblicitari.
Il primo film-tv è "Medea" (1988), progetto televisivo che non piace al pubblico, che riprende un lavoro incompiuto del suo maestro Carl Theodor Dreyer.
Con "The Kingdom" (1994), una miniserie tra horror e commedia in stile surreale alla David Lynch, fa centro e ha così tanto successo che esce anche "The Kingdom 2" (1997). In tutti gli episodi appare Lars von Trier in smoking a commentare la puntata.
Nel 2000 dirige un'episodio di D-Dag, chiamato Lise, spettacolo ad episodi che mostra le attività di alcuni personaggi televisivi prima della fine dell'anno.
Il primo film-tv è "Medea" (1988), progetto televisivo che non piace al pubblico, che riprende un lavoro incompiuto del suo maestro Carl Theodor Dreyer.
Con "The Kingdom" (1994), una miniserie tra horror e commedia in stile surreale alla David Lynch, fa centro e ha così tanto successo che esce anche "The Kingdom 2" (1997). In tutti gli episodi appare Lars von Trier in smoking a commentare la puntata.
Nel 2000 dirige un'episodio di D-Dag, chiamato Lise, spettacolo ad episodi che mostra le attività di alcuni personaggi televisivi prima della fine dell'anno.
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