Il rifugio (2010) di Francois Ozon

Il rifugio di Francois Ozon
Una madre tossicopendente e un omosessuale in un film sui sentimenti e le mancanze alla maniera di Francois Ozon. 

Il rifugio
(Le Refuge)
GENERE: Commedia drammatica
ANNO: 2010   DATA: 27/08/2010
NAZIONALITÀ: Francia, Italia
REGIA: François Ozon
CAST: Isabelle Carré, Louis-Ronan Choisy, Pierre Louis-Calixte, Melvil Poupaud, Claire Vernet, Jean-Pierre Andréani
VOTO: 6+

Trama
Louis e Mousse si amano ed insieme sono eroinomani. Un giorno, per una dose tagliata male, Louise muore di overdose e lascia da sola Mousse che scopre in ospedale di essere incinta. I ricchi genitori di Louis non vogliono quel nipote e chiedono a Mousse di abortire, lei non prenderà questa decisione e si rifugia in una villa in riva al mare aspettando da sola la nascita del figlio. Paul, il fratello adottivo di Louis, a sorpresa la va a trovare nel sui rifugio e, dopo la iniziale freddezza della donna, inizieranno a confrontarsi e non mancheranno momenti di erotismo.


Recensione
Una giovane donna eroinomane che contro tutto e tutti decide di portare a termine la gravidanza. Il gay, adottato e con una madre fredda, che cerca nella donna sua madre e nel suo pancione il bisogno insopprimibile di paternità. Due anime alla deriva che cercano un'ancora, un punto fermo su cui aggrapparsi, un interlocutore attraverso il quale scavare nella propria anima e rileggere un vissuto difficile. Potrebbe sembrare un film banale che gioca su stereotipi collaudati se non fosse un film di Ozon. Le storie, i sentimenti, i vissuti ed i desideri dei protagonisti sono non detti ma si rivelano allo spettatore grazie alla fotografia e alla delicatezza con cui la macchina da presa di Ozon si posa sugli oggetti, le stanze, i visi di Paul e Mousse. (stupendo quello di Isabelle Carrè e Mousse che in patria è un famoso cantante pop). Non c'è retorica ma solo la capacità di scavare nel profondo di due personalità senza cadere nei luoghi comuni e, anche, di dare luce, con la svolta nel finale, a degli "ultimi" della società come un omosessuale e una mamma sola e tossicomane.



1 commento:

  1. Ozon è un regista interessante, ma discontinuo. Capace di affiancare a "piccoli" film tetri come questo, film decisamente commerciali e brillanti come Potiche. Difficile dire quale delle sue due anime preferisco..

    RispondiElimina