Nemico pubblico (2009) di Michael Mann

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"Sono cresciuto in una fattoria a Mountsville,nell'Indiana, mia madre è morta che avevo 3 anni mio padre mi pestava perchè non conosceva modo migliore per crescermi, mi piace il baseball, il cinema, gli abiti raffinati, le macchine veloci, il whisky e... te. Che altro c'è da sapere?" 

Nemico Pubblico
GENERE: Azione, Drammatico, Thriller
ANNO: 2009
NAZIONALITÀ: USA
REGIA: Michael Mann
CAST: Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Channing Tatum, Billy Crudup, David Wenham
VOTO: 5.5

Trama
Siamo all'epoca della Grande Depressione Americana, con le banche responsabili della tremenda crisi in cui versava l'economia. In questo contesto nasce la figura, realmente esistita, di John Dillinger (Jhonny Deep), rapinatore di banche e molto benvoluto dalla gente affascinata dal suo carisma. Fughe rocambolesche dalla prigioni di stato e colpi sempre più audaci fino a che non diviene il nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti e l'obiettivo principale di Hoover (Billy Crudup) bisognoso di pubblicità per la trasformazione del suo gruppo investigativo in quella che poi sarà l'FBI. Alle calcagna di John il più bravo e affascinante agente di polizia dell'epoca Melvis Purvis (Christiane Bale).

Recensione
Non si capisce il film dove vuole andare a parare. Cosa ci vuole dire di questa figura mitica degli anni '20 americani. La storia è frammentata e scorre tra sparatoie, carceri e piani della polizia per arrestarlo, quando la figura di Dillinger poteva essere una buona base per raccontare tanto dell'America di quei tempi e non solo. Il film non scalda, non emoziona, non è un poliziesco avvincente (dato che parliamo di un film che racconta di una storia nota e già trattata), nè riesce ad emozionare con il racconto della storia personale di Dillinger. Tratta tutto a frammenti senza sviluppare alcunchè. Sceneggiatura troppo debole, purtroppo, per un cast all'altezza ed un regista, Michael Mann, che con coraggio usa il digitale per girare un film ambientato negli anni '20 e con luci naturali dove la penombra ha la meglio. Scelte anch'esse non felici visto il risultato.



2 commenti:

  1. Finalmente leggo una recensione che assomiglia un po' alla mia..Quando uscì tutti lo elogiarono e a me invece non colpì molto.

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  2. Condivido quello che dici sull'infelice uso del digitale nel film in relazione all'illuminazione scenica e aggiungo che lo stesso problema è riscontrabile nei due lavori precedenti (Miami Vice e Collateral), entrambi completamente e perennemente blu. Tuttavia sia i due che quest'ultimo mi sono piaciuti e mi hanno coinvolto. Nel film in questione si parla poco dell'America, ma si parla tanto dei personaggi. Se Dillinger rappresenta la reazione estrema del singolo alla società, Purvis è la legge che è in grado di sovrastarla e, alla fine, di sconfiggerla. È uno scontro tra personaggi, tra protagonisti, chi in un modo chi in un altro, come spesso (se non addirittura sempre) nella cinematografia di Mann. Utilizza una parte per parlare del tutto, magari penalizzando il tutto, ma concentrandosi sui singoli, con i quali normalmente ci si identifica o per i quali normalmente si parteggia. Ovvio che il processo empatico-emotivo non sempre si innesca ed è assolutamente legittimo che accada.

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