Cannes 2011: applausi per Sorrentino e grande interpretazione di Sean Penn

Sean Penn in "This must be the place" di Paolo Sorrentino

Ovazione per Paolo Sorrentino e il suo "This must be the place", dopo Bernardo Bertolucci  e Sergio Leone, di nuovo un regista italiano gira una sua storia in lingua inglese e l'ambienta in America. L'accoglienza riservata a Sean Penn lo indica come uno dei più probabili vincitori del premio come migliore attore insieme a Michel Piccoli. La caratterizzazione del suo pergonaggio, rockstar ingrassata al tramonto, con pantaloni di pelle, occhi truccati, rossetto e unghia laccate, è coraggiosa e convincente. Lo stesso Sorrentino ha affermato che l'attore ha contibuito molto da autore al personaggio di Cheyenne.

Cheyenne è un rocker in pensione che lascia la sua una vita di lusso in Irlanda per una battuta di caccia negli States, alla ricerca del nazista che costrinse il padre in un lager. E Sorrentino a una domanda su Olocausto e le recenti dichiarazioni di Lars Von Trier dice:
"Il film è già la risposta alle parole deliranti di Von Trier"
Il regista poi parla di "The tree of life" di Terrende Malick e afferma di non pensare affatto di vincere la Palma d'Oro:
«È stata una crudeltà mettere in concorso il film di Malick. È come scendere in campo e scoprire che devi giocare contro Maradona»

"Les sourced des femmes" di Radu Mihaileanu

Oggi la penultima giornata del Festival prima che la giuria si ritiri in una località segreta lontana dalle luci di Cannes per stilare i verdetti. La partita si chiude con la proiezione degli ultimi due film in gara. "Les sources des femmes" del regista rumeno Radu Mihaileanu che racconta di uno sciopero dell'amore attuato dalle donne di un piccolo villaggio del Maghreb stanche di dover compiere lunghi tragitti per portare l'acqua alla comunità mentre gli uomini sono a far nulla. 

"Once upon a time in Anatolia" di Nuri Bilge Ceylan

L'altro film in gara porta la firma del turco Nuri Bilge Ceylan, sua quarta volta in gara per lui a Cannes, dal titolo "Once upon a time in Anatolia": la storia di una notte, una notte difficile e di tensione per un medico e per un procuratore nel mezzo delle aride steppe dell’Anatolia. Film filosofico sulla monotonia: la vita in una piccola città è simile al viaggiare nel bel mezzo della steppa: c’è la sensazione che “qualcosa di nuovo e diverso” nascerà dietro ogni collina. Ma sarà sempre qualcosa d’infallibilmente simile.

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