Debutto e flop della trasmissione di Sgarbi che viene sospesa dalla Rai


Si potrebbe dire "Ci tocca anche Vittorio Sgarbi" ma solo per una puntata. Andata in onda ieri sera la prima puntata della nuova trasmissione di Sgarbi, che già aveva fatto discutere per lo scontro tra il critico d'arte e il nuovo dg Rai Lorenza Lei, ed è subito sospesa. Davanti al teleschermo la metà dei telespettatori che di solito segue Rai1 in quella fascia.

La sospensione della trasmissione, si apprende, è dovuta essenzialmente ai bassi ascolti che non sono andati oltre l'8,3% di share. Per la rete ammiraglia della televisione di Stato troppo poco e troppo sotto tutti gli altri programmi che erano in onda ieri sera in quell'orario. La decisione di Viale Mazzini è stata condivisa dallo stesso Sgarbi. In ogni caso erano previste solo due puntate pilota in questo periodo per poi farne altre quattro a settembre. 

Inizia con le immagini del giudizio universale di Michelangelo sulle note di Dies Irae. Argomento della puntata i padri passando da Carmelo Bene a Pier Paolo Pasolini, da Cossiga a Renzo Arbore e con le note de "Il Padrino" fa entrare in scena Morgan (che a quanto pare non è bastato per risollevare gli ascolti. Nelle intenzioni del programma far vedere che bel paese è l'Italia e come, negli anni, è stato deturpato da abusivismo, cemento fino ad arrivare ad una delle ultime battaglie di Vittorio Sgarbi, quella sullo scempio al paesaggio causato dalla pale eoliche nelle campagne pugliesi e siciliane. 

Si rivolge agli spettatori e fa un monologo che doveva durare una ventina di minuti ed, invece, ha occupato gran parte dello spazio della trasmissione. Uno Sgargi a tutto campo con tanti riferimenti artistici e culturali, tante e troppe divagazioni, senza troppo badare al tema della trasmissione ed alla scaletta che forse ha confuso i telespettatori o, semplicemente, li ha annoiati. Troppo Sgarbi si potrebbe dire, anche se meno polemico del solito e assolutamente in linea con la dichiarazione ad inizio trasmissione: "Vogliamo mostrare ciò che l'Italia è, la sua grandezza, non il male, non il pettegolezzo, non il vizio di cercare il male degli altri, vorremmo far vedere il bene".

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