"Dall'Africa nera alla tranquilla Danimarca con la violenza come filo conduttore"
(Hævnen)
GENERE: Drammatico
ANNO: 2010 DATA: 10/12/2010
NAZIONALITÀ: Danimarca
REGIA: Susanne Bier
CAST: Mikael Persbrandt, Markus Rygaard, William Jøhnk Nielsen, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Anette Støvelbæk
VOTO: 7.5
Trama
Il dottor Anton (Mikael Persbrandt) fa la spola tra l'Africa, dove lavora in una missione come medico e si deve confrontare ogni giorno con la violenza degli essere umani contro i propri simili, e la tranquilla cittadina danese dove vive la sua famiglia. Suo figlio Elias, vessato a scuola dai compagni bulli, conosce Christian (William Johnk Nielsen), rimasto orfano di madre e per la cui morte incolpa il padre. I due bambini, soli nelle loro fragilità, stringono un'amicizia pericolosa che ha come collante la vendetta e la violenza.
Recensione
Il film passa dall'Africa nera alla gelida e ricca Danimarca avendo come filo conduttore la violenza che nasce e cresce in qualsiasi luogo e condizione sociale. Il medico della missione in Africa cura donne sventrate dalla violenza di un capobranco locale senza mai cedere all'agressività nei confronti del responsabile, che poi si trova a dover curare lui stesso. Lo stesso medico, padre di Elias, in Danimarca porge l'altra guancia a una persona violenta e irragionevole di fronte al figlio e a Christian per dimostrare che essere violenti è essere deboli. I ragazzi, però, davanti alla violenza dei compagni di scuola non sanno fare altro che rispondere con altra violenza. Susanne Bier costruisce un film, in piena sintonia con il cinema scandinavo, dai toni minimali, un pò dark, dalle atmosfere rarefatte, con incursioni nella natura dei luoghi. Il bambino Christian (William Johnk Nielsen) è davvero bravo e la sua interpretazione contribuisce al lato più scuro ed inquietante della pellicola. Finale poco convincente e scontato: troppo americano e da buoni sentimenti che vincono sul male. Accolto trionfalmente all'ultimo Festival Internazionale del Film di Roma, ha conquistato il Gran Premio della Giuria e il Premio del Pubblico. Senza dimenticare, ovviamente, l'Oscar come miglior film straniero.
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