Rai e Santoro: divorzio consensuale


Un comunicato a doppia firma del nuovo dg Lorenza Lei e del conduttore di Annozero dove si conclama il divorzio consensuale tra la Rai e Michele Santoro. La Lei è riuscita dove Mauro Masi, con metodi strampalati e urlanti, non era riuscito. Dall'azienda televisiva pubblica con Santoro vanno via anche ascolti per una media di 5,4 milioni di media, 6 milioni di introiti (già ripuliti dai costi) all'anno, una trasmissione capace di far vincere a Rai2 tutte le sfide in prima serata contro la concorrenza. Va via dalla Rai con 2 milioni tra tfr e liquidazione e senza i vincoli dell'obbligo di non concorrenza che gli permette di portare il suo modo di fare informazione a La7 dove non vedono l'ora di assicurarsi una miniera d'oro di introiti pubblicitari derivanti dalle sue trasmissioni.


Annozero può cominciare da un'altra parte. La rivoluzione silenziosa in Rai di Lorenza Lei è appena cominciata. La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con Michele Santoro è avvenuta all'insaputa del consiglio di amministrazione, come a insaputa dei direttori di rete sta stravolgendo i palinsesti. Continua l'abitudine della Rai a non premiare l'innovazione, l'ingegno, la qualità e, soprattutto, gli ascolti. Mai come in questi ultimi anni l'azienda pubblica ha fatto scelte contrarie ad ogni logica aziendale e che ostacolano più che favorire le trasmissioni di qualità che danno introiti alle casse languide di Viale Mazzini. Santoro, come già anticipato dall'amministratore delegato di Telecom Media, va verso La7 dove non sarà più imbrigliato da scalette, circolari, ammonimenti e telefonate in diretta. Ormai non poteva più mettere mano alla sua trasmissione, non poteva spostare telecamere o scenografie, non poteva più assicurare contratti ai collaboratori nè fare i collegamenti che voleva. L'inventore di Samarcanda nella Rai3 di Curzi, tra allontanamenti e passaggi poco fortunati a Mediaset, ha innovato il modo di fare informazione attraverso la televisione e ha scardinato regole logore che poco facevano capire del mondo ai telespettatori e a cui poco gli stessi erano affezionati.  Aveva voglia di continuare a cambiare, innovare, sperimentare linguaggi televisivi nuovi come la docu-fiction, progetto a cui tanto teneva, e ora lo potrà fare su La7 dove lo aspettano a braccia aperte, mentre in Rai brindano per sua dipartita che è una sconfitta per il servizio pubblico, per le casse dell'azienda e, soprattutto, per i telespettatori.

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