Tg1: i giornalisti protestano per il calo di ascolti e la mancanza di credibilità del giornale nell'era Minzolini


Di certo non è un buon periodo per la nostra televisione pubblica tra dissesti di bilancio, l'addio di un pezzo forte come Santoro, le polemiche sui rapporti tra politica e nomine (vedi lo scandalo P4 che coinvolge la televisione pubblica attraverso le intercettazioni delle telefonate tra il faccendiere Bisignani e l'ex dg Mauro Masi), il ritardo nella presentazione dei palinsesti con i dubbi sulla conferma di molte trasmissioni di punta, il problema della raccolta pubblicitaria affrontato dallo stesso Presidente Garimberti che denuncia il mistero di un'azienda che non raccoglie quanto semina (naturalmente a tutto vantaggio dell'unico concorrente, indovinate chi). Insomma non brilla per chiarezza editoriale e bilanci consolidati, per non parlare di pluralismo e innovazione. Si aggiunge a questo la recente protesta dei giornalisti del Tg1, non una novità considerando l'addio precedente di Maria Luisa Busi traslocata su Rai3, la rimozione dalla conduzione di Tiziana Ferrario e Paolo Di Giannantonio e, da ultima, Elisa Anzaldo che rinunciava a mettere la faccia in un telegiornale che non fa informazione pubblica.


E' cosa ormai risaputa, di certo oggettiva, che tra defezioni, rimozioni, calo di ascolti e di credibilità, notizie che non ci sono, editoriali faziosi, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ha messo in ginocchio il maggiore quotidiano televisivo della Rai e non solo. Stavolta sono gli stessi giornalisti del Tg1 riuniti in assemblea ad esprimere allarme e preoccupazione per il calo di ascolti e la mancanza di pluralismo. La redazione chiede al direttore e all'azienda un cambio di rotta, e chiede un incontro al più presto del direttore generale Lorenza Lei con il cdr per rappresentare le proprie preoccupazioni. L'assemblea, attraverso un comunicato, approvato con 17 voti favorevoli e 9 contrari,
''chiede che il direttore e il suo gruppo dirigente prendano provvedimenti''
 e chiede all'azienda di
 ''chiarire se considera il Tg1 ancora un asset strategico del servizio pubblico e quali misure intenda adottare per invertire questo trend negativo che riguarda anche la rete''.
I giornalisti del Tg1 ritengono inoltre che
"occorra recuperare credibilita', dare tutte le notizie , rispettare tutte le voci della societa’, fare una informazione completa e pluralista. Facciamo nostre – si legge ancora nel testo – le parole del direttore generale Lei: il servizio pubblico ha l’obbligo di informare in modo equilibrato ed autorevole. E lo vogliamo fare, con tutta la redazione, recuperando anche chi e’ demansionato e le voci critiche. Chiediamo che il direttore si preoccupi anche della deriva degli orari dei nostri telegiornali, della notte e del mattino, spostati senza spiegazioni. Chiediamo di difendere i nostri spazi e di occuparli al meglio. E all’azienda di darci mezzi adeguati. Serve una politica aziendale, dei palinsesti, una linea editoriale credibile".
 Come dargli torto.

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