Pasolini oggi come ieri: la televisione


Pasolini è scrittore, poeta, regista, pensatore. Pasolini è profeta dei tempi moderni. Pasolini disprezzato ed emarginato perchè disordine in una società che voleva tenere tutto in ordine attorno ai feticci della famiglia, della religione, del progresso, del consumismo, della televisione. Pasolini difensore dell'ingenuità perduta del sottoproletariato che voleva diventare borghesia che, a sua volta, nell'adeguarsi al modello televisivo diventa "stranamenta rozza e infelice".


Pasolini e la televisione
Quando rileggo queste parole (tratte dagli articoli che Pasolini scriveva sul Corriere della Sera nella rubrica "Scritti Corsari") penso ad oggi e ai Grandi Fratelli, penso ad oggi e ai ragazzotti di provincia che fanno la fila per vedere nei locali i nuovi borghesi seduti sui troni di Uomini e Donne, penso ad oggi e a come larghi strati della borghesia abbiano fatto fuori ogni senso di cultura vera per addomesticarla ai dettami di uno schermo parlante che promette di essere ricchi e felici ma senza cultura.

"Per mezzo della televisione, il Centro ha assimilato a sè l'intero paese che era storicamente differenziato e ricco di culture originali. Ha cominciato un'opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità e concretezza......"
"Gli italiani hanno accettato con entusiasmo questo nuovo modello che la televisione impone loro secondo le norme della produzione creatrice di benessere (o, meglio di salvezza dalla miseria). Lo hanno accettato: ma sono davvero in grado di realizzarlo? No. O lo realizzano materialmente solo in parte, diventandone caricatura, o non riescono a realizzarlo che in misura così minima da diventarne vittime."
"Per esempio, i sottoproletari, fino a pochi anni fa, rispettavano la cultura e non si vergognavano della propria ignoranza. Anzi, erano fieri del proprio modello popolare di analfabeti in possesso però del mistero della realtà. Guardavano con un certo disprezzo spavaldo i "figli di papà", i piccoli borghesi, da cui si dissociavano, anche quando erano costretti a servirli. Adesso, al contrario, essi cominciano a vergognarsi della propria ignoranza."
Naturalmente, da quando hanno cominciato a vergognarsi della loro ignoranza, hanno cominciato anche a disprezzare la cultura (caratteristica piccolo borghese, che essi hanno subito acquisito per mimesi). Nel tempo stesso, il ragazzo piccolo borghese, nell'adeguarsi al modello "televisivo" - che, essendo la sua stessa classe a creare e volere, gli è sostanzialmente naturale - diviene stranamente rozzo e infelice. Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati.
(Pierpaolo Pasolini, "Corriere della Sera", 9 dicembre 1973)



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