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"Ulidi, piccola mia" di Matteo Zoni |
La storia di Paola, diciassettenne metà italiana e metà marocchina,
finita in comunità in seguito ad una depressione che l'ha portata a due
tentativi di suicidio e ad innumerevoli gesti di autolesionismo. Nel
piccolo appartamento, molto distante dalla propria abitazione, vivono
altre due ragazze con problemi simili e un gruppo di assistenti sociali,
ormai pronti ad emergenze di qualsiasi genere.
Esperimento cinematografico di un giovane esordio alla regia, Matteo Zoni, tra finzione e realtà senza mai diventare un documentario. La stessa Paola diventa interprete di sè stessa nel film e sembra quasi non esserci un copione ma un rivivere le reali esperienze vissute da parte dei protagonisti delle pellicola.
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Si affronta anche il tema della società multirazziale ma il regista tiene a precisare in un'intervista a La Stampa:
Non resta che aspettare di vederlo in sala, nel frattempo ecco il trailer.Che la famiglia sia multirazziale è un caso, anche se è un particolare che rompe un luogo comune: gli immigrati non sono diversi. Sono uomini e donne che vivono i nostri stessi problemi, che all'improvviso si ritrovano avvolti nel buio che fa perdere la strada che hai davanti.
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