GENERE: Drammatico
ANNO: 2011 DATA: 27/05/2011
NAZIONALITÀ: Svizzera, Francia, Italia
REGIA: Alice Rohrwacher
CAST: Yile Vianello, Salvatore Cantalupo, Pasqualina Scuncia, Anita Caprioli, Renato Carpentieri, Monia Alfieri
VOTO: 7.5
Ritratto crudo e reale della periferia italiana
Un film che fa rabbia perchè è tutto vero. Tutto vero il ritratto che il film fa del degrado culturale delle periferie e province italiane (in questo caso siamo nella periferia di Reggio Calabria) che sembrano rimaste agli anni '50 con la deturpazione di paesaggi, cultura contadina e dei costumi in nome di una effimera modernità. E' anche fedele rappresentazione di molta parte della santa, cattolica, apostolica Chiesa dei nostri giorni. In questi giorni di manovre economiche, tra tagli alle pensioni e imposte che lievitano, continua il dibattito di sempre sull'esenzione Ici sugli immobili della Chiesa Cattolica, che farà anche tante opere di bene, ma è invischiata in banche, strani affari tante volte posti sotto osservazione della magistratura, voto di scambio al politico di turno che si fa paladino di interessi e valori cattolici, e redditizie attività commerciali.
Torniamo al film che è meglio. Anche se la regista Alice Rohrwacher, sorella della più famosa Alba, tiene a precisare che non è un film sulla religione o sulla Chiesa (forse in maniera diplomatica), questa è una pellicola che parla di Chiesa e dei loro operatori e quasi ne fa uno spot al contrario dell'8 per mille. La protagonista è una bambina, Marta, che torna in Calabria dalla Svizzera con madre e sorella. Marta ha la sensibilità di guardare con occhi diversi dagli altri la realtà che la circonda da cui si sente esclusa e considerata diversa. La regista non esagera in nulla nel descrivere, attraverso lo sguardo della bambina che viene indotta a fare il catechismo per la cresima, una realtà in sfacelo dove la religione rappresenta l'unico punto di riferimento. Il prete senza fede che gira tra la gente per fare propaganda elettorale, la catechista innamorata del prete che spiega il vangelo senza conoscerlo veramente, gli intenti di modernità della parrocchia per far arrivare più gente, i balletti delle ragazze ispirati alla peggiore tv (io ho visto anche di peggio). La bambina che vuole capire potrebbe rappresentare la nostra speranza, speranza morta nella chiesa del paese fantasma dove il prete affarista va a prendere il crocefisso e incontra il vecchio prete che alla bambina dice che Gesù è arrabbiato e veniva considerato un pazzo. Brillante esordio per Alice Rohrwacher che vince anche il Nastro d'Argento.
Se si rastrellassero ogni anno i 13 miliardi di euro che un sottogoverno confessionale continua a donare alla Città del Vaticano, sottraendoli con la menzogna dalle tasche della povera gente, se si recuperassero tutti gli introiti dell’ICI (il valore degli immobili vaticani ammonta per difetto a 30 miliardi di euro), la smetteremmo di parlare di debito pubblico (altra bufala) , di crisi delle pensioni, di tagli ai rinnovi contrattuali, alla sanità, alla scuola pubblica, all’arte, alla musica e allo spettacolo… Grazie a Berlusklaun il Vaticano, il più ricco Stato del Mondo, non paga più neppure l’ICI, i suoi monumenti privati sono ristrutturati con le tasse imposte ai lavoratori italiani, e gli istituti cattolici sono finanziati con i soldi di noi tutti, non con le offerte dei fedeli o delle aziende di Berlusconi, abbastanza ricche da permetterselo. Siamo il solo caso nel mondo in cui una popolazione multirazziale e multiconfessionale deve obbligatoriamente versare i propri contributi per farsi indottrinare. Atei, non credenti, agnostici, musulmani, ebrei, protestanti ed induisti, le cui tasse statali sono devolute molto benignamente ad una ideologia religiosa che li combatte accanitamente e che se potesse tornerebbe ad accendere nuovi roghi! È come se gli Italiani – il paragone non vi sembri forzato – fossero costretti a finanziare l’Iran per lasciarsi plagiare: è la stessa identica cosa, anche se sembra assurda. Ma come ha detto qualcuno: “Il Vaticano è uno stato! L’Italia no!”. DA: LA RELIGIONE CHE UCCIDE
RispondiEliminaCOME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ
(Nexus Edizioni), giugno, 2010.
517 pagine, 130 immagini, € 25
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