![]() |
"50/50" (2012) di Jonathan Levine |
Uno dei film più toccanti (toccanti non melensi o pietistici), cinici, politicamente scorretti ed esilaranti pur nel dramma che racconta. Parla di cancro, di come possa arrivare a sconvolgere la vita anche di un giovane 25enne non fumatore e non bevitore. Joseph Gordon-Levitt, dopo "500 giorni insieme", si conferma un giovanissimo dotato del cinema americano. Di seguito le recensioni di stampa, blogger, riviste specializzate. Dite la vostra.
Il cinema hollywoodiano, e non solo, non ama sprecare i suoi soldi in
film che ricordano alle persone il brutto della vita. Dei tanti
argomenti tabù, il cancro è il Re dei Tabù. Niente lacrime per il male
del secolo. 50 e 50 è una felice eccezione, anche se l’approccio (ma
questa è la sua originalità) è dal lato della commedia, certo
dolce-amara, a volte tragicomica [...]
Dario Zonta su L'Unità
Il solito film strappa lacrime su un malato di tumore? No.Qui si abbina
commedia a dramma spiegandoci che, tutto sommato, ridere delle disgrazie
è più terapeutico del compatimento... si ride in più occasioni della malattia e senza vergognarsi. Peccato, per il finale poco coraggioso [...]
Maurizio Acerbi su Il Giornale
Potrebbe essere un dolciastro, lacrimevole, insopportabile "cancer
movie" (...) invece, la storia di Adam ha la leggerezza della commedia, e
insieme la verosimiglianza della vita [...]
Roberto Escobar su L'Espresso
Circondato da personaggi standard della commedia metropolitana indie,
un amico buffo che tuttavia ha profondità e sense of humour, una
fidanzata che lo tradisce e una sensibile terapeuta che potrebbe
innamorarsi, Adam va alla fine, in un vero, toccante, inevitabile
finale. Lo sceneggiatore è stato toccato da vicenda analoga e la regia
prova a ricevere lo spirito del disincanto, iniettandolo nel film per
far saltare il genere [...]
Silvia Danese su Il Cinematografo.it
“50 e 50″ racconta il delicato tema della malattia muovendosi con
destrezza sul filo tra dramma e commedia, vertendo sulla seconda per
affrontare la prima con efficaci e stimolanti toni leggeri e stemperati:
lungo la fresca ed equilibrata struttura narrativa, la paura diventa
speranza e la morte è combattuta con schietta e vincente ironia
dulcamara, ricordandoci, con toccante sensibilità e sottile
intelligenza, che il dolore può, alle volte, trasformarsi in esperienza [...]
Elia88 di Effetto Notte
Negli states c’è un po’ la tendenza a realizzare o
un film triste o una commedia, a Levine invece è piaciuto combinare
questi due elementi, affrontare un tema drammatico e parlare di cose
tristi in modo divertente [...]
Fabrizio Luperto di I Cinemaniaci
All the Boys Love Mandy Lane era un
ottimo horror che aveva l’enorme merito di rivelare al mondo il talento
(in tutti i sensi) di Amber Heard, mentre Fa la cosa sbagliata era un
film in perfetto stile Sundance (festival partito proprio in questi
giorni) con però qualche lampo visionario e una notevole colonna sonora
90s hip-hop. Ora Jonathan Levine ha compiuto il passo successivo e
questo 50/50 è il mix di emozioni e risate definitivo. Lo sapevo fin dai primi due minuti di film e per fortuna il resto dello
svolgimento l’ha confermato: ci troviamo di fronte a un cult cannibale.
Proprio così. Una di quelle (rare) pellicole in grado di catturarmi
dall’inizio alla fine e di farmi piangere come non capitava dai tempi di
Un ponte per Terabithia. Ebbene sì.
Marco Goi di Pensieri Cannibali
Un film sulla malattia che non risulta stucchevole né patetico, che
utilizza senza problemi i cliché narrativi (il rapporto con la madre,
l’amicizia con gli altri malati) a suo vantaggio senza venirne mai
schiacciato, e che si allontana dalla più facile pornografia del dolore
affrontando l’argomento con toni da commedia – che lo avvicinano alla
vita più di quanto il cinema abbia abitualmente il coraggio di
ammettere [...]
Il
film segue quindi con mano leggera il dramma di questo ragazzo, senza
fronzoli, senza scene madri, senza gesti eclantanti, raccontando quello
che forse accadrebbe nella realtà: questa è sia la forza sia il limite
della pellicola, che alla fine sembra aver detto tutto e niente. Forse un po' di coraggio in più avrebbe reso il film un 100 pieno, o almeno un 80, invece che un 50 [...]
Valentina Ariete di Eyes Wide Ciak
grazie al 100% per la citazione!
RispondiElimina