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"Uomini che odiano le donne" |
Il primo romanzo della trilogia Milleniun di Stieg Larsson, Uomini che odiano le donne, oltre a vendere milioni di copie in tutto il mondo ha dato il via a due film. Il primo del danese Niels Arden Oplev ed il remake di David Fincher ancora nelle sale.
Non esitate a dire la vostra: vi è piaciuto di più l'originale o il remake?
Di seguito le recensioni della stampa, dei blogger e delle riviste specializzate.
Con uomini che odiano le donne Fincher torna ad occuparsi di serial killer, ma la scena del crimine stavolta è sorprendentemente ripulita. Sangue, marcio ed efferatezze non mancano - superano anzi tutte quelle di "Seven" e di "Zodiac" messe assieme - ma è come se il regista avesse indossato i guanti per non sporcarsi troppo le mani, girando con professionalità e trattenuta personalità un thriller freddo e senza sbavature [...]
da Cinematografo.it
Il film di Fincher è molto più del classico remake all'americana di un film europeo di successo, dal momento che riesce nel duplice intento di rimanere fedele all'impostazione del romanzo di Larsson, mantenendo inalterate l'ambientazione così come le radici culturali dell'opera, senza tralasciare l'elemento caratteristico che ti aspetti da uno come Fincher: il tocco di classe, la profondità di vedute che solo il vero autore può offrire, sia a livello di regia, tecnicamente eccelsa, che a livello di scrittura [...]
da Duellanti
Fincher però sposta i bordi della storia, al centro mette la relazione tra l'uomo e la ragazza, questo loro sfidarsi, sedursi, amarsi, la fragilità giovanissima che protegge l'uomo adulto, la fiducia che lui riesce pian piano ad avere, la conquista di una carezza, la semplicità con cui lei ci fa l'amore. Un gioco che somiglia alle commedie sofisticate e ai melò, il disordine che mette ordine nel caos [...]
Cristina Piccino da Il Manifesto
Buono il cast, levigati i valori produttivi, ottima la regia di David Fincher: pur travalicando i confini del genere, il suo Millenium lo conferma cineasta abilissimo a giocare sulle atmosfere, intrecciando un affascinante rapporto personaggi/ambienti [...]
Alessandra Levantesi da La Stampa
Squarci di bel cinema, grandiosi paesaggi nordici e un cast d'eccellenza, anche nelle parti minori [...]
Curzio Maltese da La Repubblica
Un film da vedere senza esitazioni per molti motivi. Non tanto per una storia che tutto sommato non viene gestita ottimamente, quanto per un'atmosfera generale che coinvolge dal primo all'ultimo minuto. Un film imperfetto, grezzo, sporco. Un film punk-rock. Anche grazie a una colonna sonora entusiasmante dalle atmosfere cyber-punk, impreziosito da una perla come "Immigrant Song", singolo assoluto dei Led Zeppelin, riletto in chiave modernissima [...]
L'adattamento fincheriano è piuttosto interessante (più dell'originale, che comunque è un buon film) sia per lo stile e la messa in scena che per la delineazione dei personaggi e degli ambienti (ottima la fotografia di Jeff Cronenweth). Il mestiere del quasi cinquantenne cineasta nordamericano è ben visibile e si apprezza in modo particolare (molte le sequenza degne di nota e che marcano un netto salto in termini qualitativi rispetto al lavoro di Oplev) [...]
Luca Ottocento di Cinemagnolie
Forse per la prima volta nei suoi film Fincher ricerca nelle cose narrate un senso ben formulabile, immediatamente comprensibile, anziché forti ma confuse emozioni che seppur ricche di valenze artistiche dalle caratteristiche originali appaiono nei suoi film anteriori lontane dal vero più percepibile dai sensi e dalla esperienza artistica di ciascuno [...]
Giordano Biagio di Filmscoop
Fincher fa il suo dovere egregiamente, tirando in maniera magistrale i complicatissimi fili di una trama-fiume rendendola digeribile tanto per chi ha già letto il libro (funziona!) quanto per chi non l'ha ancora letto (I want more!) [...]
da Il blog dell'inquietudine
Eccolo che David, l'uateur disgraziato dell'Alien più maledetto, quello al cubo, lo sgraziato trapezista del thriller più scombinato degli anni 90, The game, il genio che ha messo in una stanza blindata l'odiosa Jodie Foster, tira fuori le unghie, e dopo l'ottimo, non capito, ad un passo dal capolavoro, Zodiac, confeziona sì un'opera commerciale, ma, Madonna Santa, con che classe.
da Le recensioni di Robydick
Il film si lascia vedere. Magari è giusto un filino lungo...Millenium è un thriller molto basic (pure un pò istinct, viste le scene di sesso) e molto ben congegnato, ma questo già si sapeva. E' girato in maniera impeccabile, ma d'altra parte da David Fincher non ci si può mica aspettare una schifezza.
Marco Goi di Pensieri Cannibali
Fincher fa il suo dovere egregiamente, tirando in maniera magistrale i complicatissimi fili di una trama-fiume rendendola digeribile tanto per chi ha già letto il libro (funziona!) quanto per chi non l'ha ancora letto (I want more!) [...]
da Il blog dell'inquietudine
Eccolo che David, l'uateur disgraziato dell'Alien più maledetto, quello al cubo, lo sgraziato trapezista del thriller più scombinato degli anni 90, The game, il genio che ha messo in una stanza blindata l'odiosa Jodie Foster, tira fuori le unghie, e dopo l'ottimo, non capito, ad un passo dal capolavoro, Zodiac, confeziona sì un'opera commerciale, ma, Madonna Santa, con che classe.
da Le recensioni di Robydick
Il film si lascia vedere. Magari è giusto un filino lungo...Millenium è un thriller molto basic (pure un pò istinct, viste le scene di sesso) e molto ben congegnato, ma questo già si sapeva. E' girato in maniera impeccabile, ma d'altra parte da David Fincher non ci si può mica aspettare una schifezza.
Marco Goi di Pensieri Cannibali
grazie mille per la citazione.
RispondiEliminaA presto nei nostri rispettivi blog!
Luca
Grazie per l'inclusione! A rileggerci!
RispondiEliminathanx per la citazione!
RispondiEliminadirei che le mie parole chiudono in maniera pessima un ottimo post uahahah :D