LEONE D'ORO ALLA CARRIERA A FRANCESCO ROSI: il Saviano del cinema italiano. Precursore e maestro del film di inchiesta: da "Le mani sulla città" a "Salvatore Giuliano" e il "Caso Mattei"

Francesco Rosi Leone d'Oro alla carriera 2012


Le mani sulla città (1963) - Oggi come ieri, poco sembra essere cambiato 
Il crollo, con morti e feriti, di un palazzo in un vicolo di Napoli, provoca la denuncia del costruttore Eduardo Nottola, consigliere comunale di un partito di destra. Nei suoi confronti viene svolta un'inchiesta, ma non approda a nulla, anche se il costruttore ne esce irrimediabilmente compromesso agli occhi dell'opinione pubblica, fino al punto che i compagni del suo stesso partito lo pregano di ritirare la candidatura alle imminenti elezioni comunali. Ma Nottola è un uomo che conosce l'ambiente in cui si muove e sa bene che, perso il potere, un uomo come lui non conta più nulla. Perciò, proprio sotto le elezioni, passa, con quattro consiglieri suoi amici, nelle file del partito di centro provocando il rovesciamento della maggioranza in consiglio comunale e la sconfitta del suo partito d'origine. Ma l'odio dei suoi compagni cederà di fronte al pericolo di compromettere la realizzazione di un grandioso progetto edilizio in cui tutti hanno più o meno confessabili interessi. Leone d’oro a Venezia nel 1963.



Salvatore Giuliano (1961) - Come il neorealismo, dopo il neorealismo
Subito dopo la liberazione della Sicilia, Salvatore Giuliano, già fuorilegge per aver ucciso un carabiniere, costituisce una banda ed entra a far parte dell'esercito separatista, sostenendo conflitti a fuoco con soldati e carabinieri. Quando questo esercito viene sciolto, Giuliano rimane isolato con la sua banda ed è costretto a riprendere la sua attività di fuorilegge. Uno dei fatti più gravi di questa attività è costituito dall'episodio di Portella della Ginestra, nel quale numerosi uomini, donne e bambini furono uccisi dalla banda. A questo punto viene decisa dalle autorità una guerra senza quartiere contro Giuliano. Uno dopo l'altro cedono i capisaldi della sua difesa e la mattina del 5 luglio 1950 il suo corpo inanimato viene ritrovato nel cortile di una casa di Castel Vetrano. Ma la storia non è conclusa. Gaspare Pisciotta viene avvelenato in carcere e altri mafiosi che hanno compiuto con lui i misfatti sono colpiti da mani misteriose. Orso d’Argento per la miglior regia al Festival di Berlino del 1962.



Il caso Mattei (1972) - La stagione dei misteri italiani. Uno dei primi registi ad affrontare il film di inchiesta
Nominato, nell'immediato dopoguerra, a capo dell'Agip, l'ente petrolifero creato dal fascismo, con il compito di liquidarlo, il marchigiano Enrico Mattei decide invece di tenerlo in vita. La sua decisione è dovuta al ritrovamento di una relazione che afferma che la Val Padana nasconde importanti risorse energetiche. Riprese le trivellazioni, l'Agip trova soprattutto metano. Questo gas consentirà di fornire all'industria energia a basso prezzo. Per Mattei è il punto di partenza per la creazione di un centro di potere, al servizio dello Stato e degli italiani, che gli darà modo di impostare su nuove basi i rapporti con i Paesi produttori di petrolio. La sua politica, sorretta da giuste intuizioni, provocherà la rabbiosa reazione degli interessi da lui colpiti. Che siano stati proprio questi a decretare la morte di Mattei, è l'interrogativo che pesa sulla sua fine, avvenuta nel 1962, quando il aereo personale precipitò nelle campagne a pochi chilometri da Milano.



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