Sinister (Horror-Usa 2012) di Scott Derrickson con Ethan Hawke. Le recensioni dalla stampa e sul web.
"Costato solo un milione di dollari, Sinister
conferma in Scott Derrickson un regista abile a giocare su notturne
atmosfere da incubo, e Hawke è sempre un attore interessante, ma la
sceneggiatura è fragile e il finale debolissimo".
Alessandra Levantesi Kezich su La Stampa
"La prima parte si svolge come un’inchiesta di cronaca criminale; nella
seconda vien fuori l’elemento soprannaturale. L’idea di unire la
classica storia di casa stregata con l’utilizzo del “found footage” (i
filmini che Ellison guarda), oggi molto di moda nell’horror, funziona.
Altra buona scelta, da parte del regista Derrickson, quella d’installare
l’atmosfera malsana su una regia più misurata e composta della media in
uso nel genere".
Roberto Nepoti su La Repubblica
"Sinister nonostante tutta la
pubblicistica promozionale sembra voler trasmettere l'idea di un horror
adolescenziale post-Scream, è un thriller soprannaturale perfettamente
settantesco. Tutto il film è incentrato sull'attendibilità dei
personaggi e la loro dimensione umana. Derrickson, in nettissima
controtendenza, si concede moltissimo tempo per sviluppare i propri
personaggi e metterli in relazione con l'ambiente della casa nuova nella
quale si sono da poco trasferiti. Persino gli effetti sonori sono
utilizzati con estrema parsimonia, rispetto alla media corrente (si
pensi a un altro ottimo film come La madre dove invece sono presenti in
numero ben maggiore).
Intorno alla vicenda di uno scrittore true crime, un credibile e sofferto Ethan Hawke che fa sua la lezione di Jason Miller, in preda a una crisi di ispirazione, Derrickson costruisce un thriller di straordinaria efficacia emotiva che riesce nell'impresa di creare tensione e spaventare restando attaccato alla pelle del protagonista e rinunciando agli effetti speciali".
Intorno alla vicenda di uno scrittore true crime, un credibile e sofferto Ethan Hawke che fa sua la lezione di Jason Miller, in preda a una crisi di ispirazione, Derrickson costruisce un thriller di straordinaria efficacia emotiva che riesce nell'impresa di creare tensione e spaventare restando attaccato alla pelle del protagonista e rinunciando agli effetti speciali".
Giona A.Nazzaro su Il Manifesto
"Scott Derrickson si era fatto conoscere con l’inquietante e satanico L’esorcismo di Emily Rose. Dopo l’infelice evasione di Ultimatum alla Terra, il ragazzo è tornato a fare ciò che gli riesce meglio.
Sinister è un horror costruito magnificamente, con un intreccio complesso che si svela alla perfezione all’ultima scena.
"Una galleria di cliché che il regista sa bene combinare all’interno di un racconto che trova i suoi equilibri e fa della tensione l’elemento portante. Complici l’ambientazione ed una colonna sonora altrettanto sinistra e inquietante, che da sola vale infinite suggestioni. Un film sulle paure umane con tutti i limiti, certo, del già visto, ma capace in alcuni momenti di sorprendere ancora lo spettatore facendolo balzare dalla poltrona".
Sinister è un horror costruito magnificamente, con un intreccio complesso che si svela alla perfezione all’ultima scena.
Ottimo
il protagonista Ethan Hawke, ma la cosa che resta più impressa è la
riflessione sull’insostenibilità della visione che fa del film un
insospettabile trattato di massmediologia".
Alessandro De Simone su Cinematografo.it
"Il film parte come un thriller e scivola nell'horror con la naturalezza
dell'ineluttabilità attraverso svolte narrative che una sceneggiatura
astuta riesce a centellinare e padroneggiare con buon mestiere e
inventiva. Derrickson asseconda la cupezza della storia (di cui è
co-autore) con una regia attenta e a suo modo austera. L'introduzione,
quale possibile elemento propulsivo dei crimini, di un'antica divinità
pagana risalente al tempo dei babilonesi e chiamata Bughul, il
divoratore di bambini, accresce la carica simbolica e misteriosa del
film. Purtroppo, la parabola narrativa è sin troppo matematicamente
articolata e il finale, per quanto non deludente, non riesce a
sorprendere.
Ethan Hawke porta il film sulle spalle, è sempre in scena e rende con intensità la febbrile ansia del protagonista, anche se la sua interpretazione è forse fin troppo a una dimensione".
Ethan Hawke porta il film sulle spalle, è sempre in scena e rende con intensità la febbrile ansia del protagonista, anche se la sua interpretazione è forse fin troppo a una dimensione".
Rudy Salvagnini su MyMovies
"Una galleria di cliché che il regista sa bene combinare all’interno di un racconto che trova i suoi equilibri e fa della tensione l’elemento portante. Complici l’ambientazione ed una colonna sonora altrettanto sinistra e inquietante, che da sola vale infinite suggestioni. Un film sulle paure umane con tutti i limiti, certo, del già visto, ma capace in alcuni momenti di sorprendere ancora lo spettatore facendolo balzare dalla poltrona".
Elisabetta Bartucca su 35MM.it
"Se Sinister non si fosse servito di alcune trovate
piuttosto discutibili e logore per certo cinema a tema soprannaturale,
ora starei qui a cantarne le lodi e a considerarlo uno dei film di paura
più interessanti della stagione, persino uno dei migliori di questi
ultimi anni. Si parte da un incipit di certo non originale come quello
dello scrittore che si isola dal resto del mondo in cerca di ispirazione
per il suo nuovo romanzo, ma la storia prende una strada personale che
ci accompagna nella costruzione di un incubo attraverso tanti piccoli
frammenti, nello specifico una serie di brevi ma inquietanti filmati in
super 8".
“Sinister” approfitta del genere, tra ombre, rumori e
improvvise apparizioni, cercando allo stesso tempo una propria
autonomia. Eppure sembrerebbero esserci tutti gli estremi per gridare al
già visto. Dallo scrittore di genere (basti pensare al recente “1408″ o al più stagionato “Secret Window”) alla casa abitata da ectoplasmiche presenze e teatro di efferati omicidi (una trama già sviluppata, tra le altre, dalla serie “American Horror”)
alla presenza di bambini in grado di avvertire il maligno ben prima
degli adulti (e anche qui gli esempi non mancherebbero dal classico “Poltergeist” al più recente Non avere paura del buio e La madre)".
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