Recensioni di "La Madre": rassegna stampa e web

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La Madre (Horror-Spagna 2013) di Andres Muschietti e prodotto da Guillermo Del Toro. Rassegna stampa e web sul film.

S’inizia con un prologo truculento. Quando arrivano i titoli di testa, sono passati cinque anni: le sorelline Victoria e Lilly, sparite senza lasciare tracce, vengono ritrovate nel profondo del bosco. Zio Lucas e la sua fidanzata Annabel le portano a vivere con sé: a quanto pare, però, si sono portati a casa un altro ospite, indesiderabile e assai maligno. Tornano di moda i film di arcane presenze dove, come diceva il vecchio produttore Val Lewton, quel che non si vede fa più paura di quel che si vede (con il vantaggio, in più, del basso costo). Debuttante nel lungometraggio, Muschietti si attiene al principio per gran parte del tempo, facendo crescere la suspense ed evitando di rivelare troppo. Così, l’interesse è concentrato sul rapporto che si sviluppa tra le bambine e la madre vicaria Jessica Chastain. Salvo, verso la fine, pigiare il tasto orrorifico facendo posto sullo schermo a Mama, mostro grottesco che somiglia troppo a un effetto speciale.
Roberto Nepoti su La Repubblica 

Pur suggestivo, il tema portante – la visceralità di un istinto materno che, messo alla prova, può diventare feroce come nelle tragedie classiche – resta nelle intenzioni e quel che vediamo coinvolge a sprazzi: va precisato, però, che il botteghino Usa (71 milioni di dollari) non è stato male.
Alessandra Levantesi Kezich su La Stampa

Lo zio Lucas non si dà pace da quando le due nipotine, rimaste orfane, sono scomparse, cinque anni prima. Sorpresa: si nascondevano in una casetta nel bosco. Ma chi è questa Mamma che le avrebbe sfamate? Un'amica immaginaria o un fantasma non troppo conciliante? L'horror iberico sta crescendo in quantità e qualità di sceneggiatura. Peccato che qui, a steccare, sia una messa in scena che rende impalpabile la paura.
Maurizio Acerbi su Il Giornale

La madre del titolo non è esattamente una mamma media, mentre al di sopra della media si pone l’horror gotico di Andres Muschietti, al suo primo lungometraggio, anche se il quoziente di paura non è particolarmente alto (il che per alcuni, come me, può anche essere un pregio del film). Muschietti sembra l’equivalente di uno studente d’arte che apprende dai grandi maestri copiando i loro capolavori. Molti dei suoi elementi risulteranno piuttosto familiari ai fan di Guillermo del Toro. Ma Muschietti comunque dimostra di lavorare molto bene con gli attori, specialmente con le due ragazzine, che fanno davvero paura.
Joe Morgesten su The Wall Street Journal

L’horror non sbava per le novità. Può non sorprendere e suscitare nondimeno spavento. Alla paura serve il “come”, non il “che cosa”. Il buio che cela la minaccia, non la minaccia. Così è la ghost-story che Muschietti dirige fiabescamente a la Del Toro (produttore), derivativa sì ma capace di suggestionare grazie a pochi, vecchi trucchi che usa con sagacia.
Gianluca Arnone su Il Cinematografo 

Muschietti sembra esser cosciente di non avere altri elementi per coinvolgere se non quelli (notevoli) derivanti dall’apparato tecnico, tanto da lasciare il film fin troppo in balia di una (abusata) suspense adornata di troppi cliché, che quando infine riesce a spaventare è solo perché ha preso lo spettatore in contropiede. Non volendo nemmeno tirar in causa la sceneggiatura, è la visualizzazione della mama il vero autogol.
Alessia Paris su CinemadelSilenzio 

Pro: l'idea centrale della mostruosa madre possessiva che veglia sulle sue bambine come una belva feroce funziona, è interessante, bella, apre molte possibili strade.
Contro: proprio per questo avrei voluto sapere qualcosa di più su Mama e sulla sua storia, mentre ho avuto la sensazione che sia stata un po' "buttata lì". Dieci minuti di pellicola in più avrebbero secondo me dato molto alla sceneggiatura.

La Madre, campione di incassi in USA, è il classico horror, ben interpretato e che regala anche qualche bel sobbalzo sulla sedia, con belle ambientazioni gotiche che aumentano il tasso di tensione dello spettatore. Tutto questo funziona a meraviglia, ma il vero problema del film è lo script e come è stato concepito. La sceneggiatura, ripetitiva nella prima parte, e confusionaria nella seconda, guasta tutti i punti di forza del film, la cui parte peggiore è proprio il finale nel quale vengono assemblati più avvenimenti, inoltre dove, sono presenti pessimi effetti speciali, mal sfruttati e del tutto duperflui.

Il film è buono nel complesso, anche se il soggetto aveva tutto per regalarci una storia horror capace di emozionare (scusate se cito sempre The Orphanage ma qui è doveroso) visto che si parla di bimbi, madri morte (quella vera delle bambine nel prologo, tra l'altro trovo quasi offensivo che poi non entri in alcun modo nella storia), madri che non sono pronte per esserlo e lo diventano poi (la Chastain) e madri disperate che rivogliono i loro bambini (il mostro). Malgrado tutto questo io di emozioni ne ho provate poche.

La madre, diretto dal giovane regista argentino Andres Muschietti, è una ghost story classicheggiante, nei modi e negli elementi principali, che si muove in perfetto equilibrio tra horror e thriller paranormale. Il regista inoltre è bravo nella creazione di un clima angoscioso e misterioso che contribuisce a mantenere vivo l'interesse dello spettatore fino all'epilogo.

La Madre è un’ottima pellicola di genere, non perfetta, sia chiaro, ma piena di momenti interessanti e particolarmente inquietanti, che comprendono i consueti “brividi da dolby” senza limitarsi solo ed esclusivamente a quelli. Andres Muschietti è stato molto bravo nell’orchestrare le sequenze, che ci offrono suggestivi movimenti della macchina da presa e punti di vista multipli che fuggono l’intervento dello split screen.

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