Dobbiamo ringraziare Marco Tullio Giordana, carriera dedicata ai misteri e alla storia d'Italia, per "I Cento Passi" che ha fatto conoscere a generazioni come la mia la vita di Peppino Impastato e rimarrà come totem cinematografico, visivo ed emozionale, a memoria di un altro pezzo di storia italiana.
"È un film su ciò che di buono i ragazzi del ’68 sono riusciti a fare,
sulle loro utopie, sul loro coraggio. Se oggi la Sicilia è cambiata e
nessuno può fingere che la mafia non esista, ma questo non riguarda solo
i siciliani, molto si deve all’esempio di persone come Peppino, alla
loro fantasia, al loro dolore, alla loro allegra disobbedienza".
Anni particolari sono quelli raccontati ne I Cento Passi. Siamo negli anni dei movimenti del '68 e del risveglio di una generazione in tutto il mondo. Non è solo un film sulla mafia ma racconta lo scontro generazionale, le lotte per alcune battaglie di civiltà, la lotta contro il sistema, contro i riferimenti familiari....in questo contesto si muove un'altra lotta: quella di Peppino Impastato contro la gabbia mafiosa in Sicilia.
"Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!"
Siamo a Cinisi e cento passi separano la casa di Peppino Impastato dal boss Badalamenti. Il padre di Peppino è anch'esso mafioso, per necessità e tradizione, ed è legato al boss. Peppino, animato da uno spirito civico irrefrenabile, non esita, con
l'involontaria complicità del fratello Giovanni, ad attaccare "don Tano"
e a denunciarne pubblicamente le malefatte non riconoscendo il padre biologico. L'esempio per lui è il pittore comunista Stefano Venuti in una terra dove i comunisti sono mosche bianche. Con altri amici Peppino riesce a creare una radio e denunciare pubblicamente, attraverso sfottò e nomignoli, tutti gli affari della mafia nel paese, i collegamenti tra il comune e Tano Badalamenti.
La scena finale del funerale, dopo che Peppino è stato ucciso, contiene vere immagini di repertorio...tanti pugni alzati che ne hanno fatto per certi versi un film di propaganda ma ben venga anche la propaganda per aprire, anche con leve emotive, le coscienze.
Peppino Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978)
Sito Peppino Impastato, una vita contro la mafia
La scena finale del funerale, dopo che Peppino è stato ucciso, contiene vere immagini di repertorio...tanti pugni alzati che ne hanno fatto per certi versi un film di propaganda ma ben venga anche la propaganda per aprire, anche con leve emotive, le coscienze.
Peppino Impastato (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978)
Sito Peppino Impastato, una vita contro la mafia
sarà un film di propaganda, ma a quel tempo la guerra alla mafia la facevano solo i comunisti.......W IL COMPAGNO IMPASTATO
RispondiElimina