CineStory - La storia del cinema - I Film: "Quarto potere" (1941) di Orson Welles.
Nel castello di Xanadu, dinanzi al quale un cartello impone "No trepassing", muore il magnate della stampa Charles Foster Kane, mormorando una misteriosa parola: "Rosebud", bocciolo di rosa. Un giornalista riceve l'incarico di svelare il mistero e di indagare nei segreti di una tempestosa vita di manipolatore della opinione pubblica. Saranno cinque le testimonianze che il giornalista faticosamente raccoglierà, e saranno lunghi flashback. Sfileranno coloro che ebbero la ventura o la sventura di vivere accanto all'uomo: una moglie che aveva ambizioni canore, un industriale che accolse il Kane bambino in provincia e lo condusse in città, il compagno nella scalata ai giornali, il critico teatrale di uno di questi, nuovamente la moglie che rievoca gli ultimi anni del marito, infine il maggiordomo. Incerte sonde introdotte nel mistero illumineranno alcuni aspetti di una vita sprecata, ma non spiegheranno perchè sulle labbra del morente sia affiorata la parola "rosebud". Solo alla fine, quando i facchini getteranno nel fuoco le mille cose ammucchiate nelle sale del castello, si scoprirà l'enigma....Poi la macchina da presa rifà al rovescio il percorso iniziale, tornando al cartello "no trepassing", mentre un fumo nero esce dal camino: una vita intera si disperde nel cielo cupo.
E' tutto assai infantile, come il ricordo di quello che è "rosebud" (che scoprirete alla fine). Ma è, insieme, straordinariamente suggestivo, e autobiografico da parte del regista che aveva 25 anni all'epoca. Sfocia in una ossessiva ricerca della imponenza figurativa: numerazioni angolazioni dal basso, gigantesche ombre proiettate sulle pareti, campi lunghi...Tutto è eccessivo, tutto smisurato in quello che è uno dei capisaldi del cinema mondiale.
Nessun commento:
Posta un commento