Regista, ma prima attore, e prima ancora napoletano a tutti gli effetti, il giovane De Sica dalla Ciociaria raggiunge la capitale del sud e vi trova l'ambiente suo, che terrà dentro di sè fino alla fine. Attore, è in teatro "l'amoroso" in compagnie teatrali importanti. Al cinema è il bel giovane seducente e fatuo che gli inventa Mario Camerini. Fatuo ma di buon cuore: "Gli uomini che mascalzoni" (1932), "Grandi magazzini" (1939), i due film ai lati estremi della parabola.
![]() |
Sciuscià (1946) |
Più scanzonato è il regista De Sica che, pescando i temi nel lago dei "telefoni bianchi", gira la commedia "Rose scarlatte" (1940), giocherella con "Maddalena zero in condotta" (1941), con una "Teresa Venerdì" (1941) che in una particina esibisce una spiritosa Anna Magnani, con lo storicheggiante "Un garibaldino al convento" (1942). Rivela garbo ma anche sentimento, il neoregista, che alla fine della guerra ha la fortuna d'incontrare Cesare Zavattini. Con lui sarà appassionato, tenero e neorealista, e del neorealismo diverrà uno dei padri. Prima con "I bambini ci guardano" (1943). Poi trionfalmente con "Sciuscià" (1946), i due infelici ragazzini romani che, soli, debbono affrontare il dopoguerra e con "Ladri di bicilette" (1948), il disoccupato, il bambino, la bicicletta rubata, la Roma popolare, la Santona, la disperazione e la pietà. Dopo la fiaba amara e graffiante di "Miracolo a Milano" (1951), il capolavoro conclusivo del neorealismo, la fine in solitudine del pensionato di "Umberto D" (1952). Qui chiude il De Sica autore.
![]() |
"Il generale della Rovere" (1959) |
Prosegue il De Sica regista e il De Sica attore. Dirige molti film tentando di prolungare troppo la vena del neorealismo che ormai era esaurita ("Il tetto" 1956; "Un mondo nuovo" 1965; "Lo chiameremo Andrea" 1972). Porta al cinema il dramma di Sartre "I sequestrati di Altona" nel 1962 e il romanzo di Moravia "La Ciociara" nel 1960 fino quello di Bassani "Il giardino dei Finzi Contini" nel 1970. Tanti i film come attore dall'episodio del giocatore ne "L'oro di Napoli" (ne è anche il regista dell'intero film, 1954) al maresciallo in "Pane, amore e fantasia" di Luigi Comencini, che diventa una vera saga, nel 1953 alla stupenda interpretazione dell'imbroglione e dell'eroe insieme in "Il generale della Rovere" (1959) di Rossellini.
Video de "L'oro di Napoli" di Vittorio De Sica
Nessun commento:
Posta un commento