CineStory - I registi: Frank Capra

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CineStory, la storia del cinema - I registi: Frank Capra (Palermo 1897 - Los Angeles 1991)

A sei anni arriva in California con i genitori e sei fratelli. Ragazzo, svolge molti lavori per aiutare la famiglia e mantenersi agli studi (si diploma perito chimico). A Hollywood trova impiego come montatore e assistente di un regista di short comici. Hal Roach lo assume come gagman. Nel 1925 fornisce spunti comici a Harry Langdon e dirige tre dei suoi maggiori successi, in co-regia con Harry Edwards: "Di corsa dietro a un cuore" (1925), "La grande sparata" (1926), "Le sue ultime mutandine" (1927). Dopo un infelice trasferta a New York, per dirigere un film con Claudette Cobert ("For the love of Mike", 1927), ottiene un contratto dalla Columbia, con la quale rimarrà per oltre un decennio divenendone il maggiore esponente.

"Accadde una notte" (1934)

I primi film vedono al centro delle storie Barbara Stanwyck: "Femmine di lusso" (1930) e "Proibito" (1932). Ma è soltanto con "Accadde una notte" (1934), insieme a una recuperata Claudette Cobert che avrà anche l'Oscar, che Capra scopre quale dec'essere la sua vera vocazione di regista: narratore di ottimistiche e graziose favole che mostrano come, in un'America squassata dalla crisi, gli uomini di buona volontà possano superare ogni ostacolo.

"Mr Smith va a Washington" (1939)

Newdealista (da new deal di roosveltiana memoria) per istinto e ragionamento, costruttore di raffinati meccanismi di commedia, Capra sforna successi di grandi proporzioni: "E arrivata la felicità" (1936), "L'eterna illusione" (1938), "Mr Smith va a Washington" (1939), "Arriva John Doe" (1941). Gli attori che lavorano con lui (Gary Cooper, James Stewart, Jean Arthur, Lionel Barrymore) sono i suoi perfetti complici.

"La vita meravigliosa" (1946)

Dopo aver collaborato allo sforzo bellico della nazione con la eccellente serie di documentari di montaggio "Why We Flight", riprende il lavoro intorno ai consueti temi, un poco incupendo le tinte e attenuando l'ottimismo ("La vita meravigliosa", 1946; "Lo stato dell'unione", 1948). Ma il mondo cambiato gli è ormai ostile e i suoi film, tranne "Un uomo da vendere" (1959), non hanno più la stessa energia.

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