Rassegna stampa "Pacific Rim": recensioni da stampa e web sul film "mostro contro robot" di Guillermo Del Toro

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La rassegna stampa, recensioni da stampa e web, su "Pacific Rim": il nuovo film di Guillermo Del Toro con i robot che il regista raccomanda di non chiamare Transformers...anche se un pò ci assomigliano...E voi l'avete visto?

Pacific Rim (Fantascienza - Usa 2013)
di Guillermo Del Toro con Charlie Hunnam, Ron Perlman, Idris Elba, Burn Gorman, Charlie Day, Diego Klattenhof

TRAMA
QUANDO UNA LEGIONE DI CREATURE MOSTRUOSE, CHIAMATE KAIJU, EMERGE DAGLI OCEANI, SCOPPIA UNA GUERRA DESTINATA A DISTRUGGERE MILIONI DI VITE E CONSUMARE LE RISORSE UMANE PER TUTTI GLI ANNI A VENIRE. PER COMBATTERE I GIGANTESCHI KAiJU VIENE CREATA UN’ARMA SPECIALE: ENORMI ROBOT, CHIAMATI JAEGER, CONTROLLATI SIMULTANEAMENTE DA DUE PILOTI LE CUI MENTI SONO COLLEGATE A UNA RETE NEURALE. MA ANCHE I JAEGER SEMBRANO IMPOTENTI DI FRONTE ALLA FEROCIA DEGLI INSTANCABILI KAIJU. SULL’ORLO DELLA SCONFITTA, LE FORZE MILITARI CHE DIFENDONO L’UMANITA’ NON HANNO ALTRA SCELTA CHE RIVOLGERSI A UN DUO DI EROI MALE ACCOPPIATI: UN EX PILOTA CADUTO IN DISGRAZIA (CHARLIE HUNMAN) E UNA RAGAZZA RECLUTA SENZA ESPERIENZA (RINKO KIKUCHI), CHE VENGONO CHIAMATI A PILOTARE UN LEGGENDARIO QUANTO OBSOLETO JAEGER, UNA RELIQUIA DEL PASSATO. INSIEME I DUE SARANNO L’ULTIMO BASTIONE DELL’UMANITA’ PRIMA DELL’APOCALISSE. 

Monotono anche nell’aspetto visuale, l’eccesso fantasy di Guillermo del Toro non trova misura, ricalca orme altrui e s’inoltra nella noia e nel ridicolo col passo del suo enorme alien.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera

Ipnotizzando le platee con mirabilia scenografiche realizzate in una miscela di computer graphic e alto artigianato il regista Guillermo del Toro trova modo di esprimere la sua vena gotico-fantastica e nel film si accende la scintilla emozionale
Alessandra Levantesi su La Stampa 

Lunghezza eccessiva, monotonia, frastuono, assurdità della trama, abbondare di effetti speciali, mancanza si spessore psicologico dei protagonisti..
Massimo Bertarelli su Il Giornale

Un’orgia di metallo schiacciato che suona come un episodio 3D esteso di "Power Rangers" a acido molto costoso.
Justin Chang su Variety

Immaginifico è tutto quello che ogni film di mostri della storia del cinema avrebbe voluto essere: senza limiti in termini di budget, effetti visivi di primissima classe, colossi che reagiscono e calcolano le circostanze in maniera intelligente, un regista furbo che inserisce un certo senso dell'umorismo e della sorpresa appena può, una bella percentuale di personaggi che non interessa seguire e alcuni bei colpi di scena.
Todd McCarthy su Hollywood Reporter 


Eccessivo, rutilante, perfetto per i nostalgici di un certo tipo di fantascienza - il genere "mostri giganti contro robot giganti" - che arriva fino a Neon Genesis Evangelion e oltre, Pacific Rim offre due ore di intrattenimento a colpi di scontri e immagini titaniche, di paesaggi devastati e prevedibilissimi percorsi di riscatto.
Marco Chiani su mymovies.it

Evasione pura, fracassona, visivamente polposa, non per forza scema ma nemmeno intellettualmente proibitiva (tutt'altro), l'ultimo lavoro di Guillermo del Toro è tra i più leggeri della sua filmografia. Persino trascurabile sotto il profilo dell'originalità poetica e della consistenza narrativa.
Gianluca Arnone su cinematografo.it

Dopo i centotrentuno minuti di Pacific Rim, avvincenti, visivamente abbacinanti e sostenuti da un calzante (e quindi lodevole) 3D, si esce dalla sala con la consapevolezza di aver ammirato un gran bel giocattolone, un blockbuster tecnicamente ineccepibile ma narrativamente un po' debole. Alla grandiosità della messa in scena, oltre a quella dei mecha e dei kaijū, non corrisponde infatti un adeguato spessore della sceneggiatura e dei personaggi.
Enrico Azzano su cineclandestino.it 

Il limite maggiore di "Pacific Rim" sta però in una sceneggiatura fin troppo semplicistica, zeppa di clichè, di soluzioni prevedibili, di originalità ambivalente e, soprattutto, personaggi monodimensionali (alcuni al limite della macchietta, come i due scienziati interpretati da Charlie Day e Burn Gorman), la cui componente umana (con tutto il campionario di complessità, contraddizioni e retaggi di un doloroso passato) è tratteggiata sbrigativamente, sacrificata in nome dell'azione e delle meraviglie visive, tra cui spicca un 3D sorprendentemente funzionale e meno molesto dei consueti standard. 



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