Rassegna stampa "To the Wonder": recensioni da stampa e web sul nuovo film di Terrence Malick

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La rassegna stampa, le recensioni da stampa e web, su "To the Wonder": storia di amori e tradimenti con dialoghi ridotti all'osso che al Festival di Venezia 2013 ha diviso nettamente la platea.

To the Wonder (Drammatico - Usa 2013)
di Terrence Malick con Ben Affleck, Olga Kurylenko, Rachel McAdams, Javier Bardem, Tatiana Chiline
Storia di amori, tradimenti, solitudini di una coppia. Dopo essere stati a Mont Saint-Michel all'apice del loro amore, Marina e Neil tornano in Oklahoma, dove nascono presto dei problemi. Marina conosce un prete, anche lui straniero, che non è più sicuro della propria vocazione, mentre Neil riallaccia i rapporti con una sua amica d'infanzia, Jane.. 

Capisco la voglia di liberarsi delle necessità narrative che nella Hollywood di oggi spesso significano trame risibili e messe in scena elementari, ma faccio fatica a seguire il regista filosofo (ha insegnato al Mit e tradotto Heidegger) nel suo tentativo di “spiegarsi”solo per sensazioni visive, per immagini quasi astratte (…)
Paolo Mereghetti su Il Corriere della Sera

Si può entrare nel gioco oppure rimanere spettatori annoiati. Ma se si entra, fino ad attraversare lo schermo, si comincia a riconoscere in storie lontane echi dell’esperienza di ciascuno (…) Rispetto ai capolavori, questa è un’opera minore di Malick, che significa ancora il meglio che si possa vedere in giro per il mondo del cinema. I fischi di Venezia sono la replica di quelli assai più sonori, che due anni fa avevano salutato Tree of life a Cannes.
Curzio Maltese su La Repubblica

To the wonder appare un esercizio formale intorno a una scatola vuota. Ovvero l’insulsa storia sentimentale fra faccia di pietra Ben Affleck e Olga Kurylenko, bella quanto inespressiva, che ovunque sia, da Parigi all’Oklahoma, è tutta una smanceria e un sognante saltellare (…)
Alessandra Levantesi su La Stampa

Distrutti da un film di Malick (…) Il nuovo To the wonder (alla lettera fino alla meraviglia) tutto è meno che una meraviglia (…) La trama? Ah, le risate! Alla parola “trama”, Terrence Malick si alza e se ne va (…)
Alberto Crespi su L'Unità

Su tutto e tutti si stende un commento musicale senza tregua, insieme con quella tal luce radente che si riflette nell'obbiettivo molestandoci gli occhi, per quanto la regia possa immaginare d'averne fatto una sorta di specchio delle molte anime in pena che popolano il film. Insomma, è proprio alla Meraviglia che Malick vorrebbe portarci: se non direttamente a quella dell'amore umano o divino, almeno a quella del cinema. Ma capita che il fiume del suo film si prosciughi molto alla svelta, senza aver avuto l'agio di correre un po'. 
Roberto Escobar su L'Espresso

Con To the Wonder il cinema malickiano abbraccia una libertà inaudita, ancor più sconcertante che in The Tree of Life. Il pensiero del cinema diventa immagine e questa, a sua volta, di nuovo immagine, come in un maelstrom senza principio e senza fine, dove il film è sempre la passione inarrestabile di un durante, di un momento di passaggio, dove ogni elemento s'intreccia al successivo, come nel più folle corteggiamento di una libertà indicibile.
Giona Nazzaro su Il Manifesto

Laborioso, come scarabocchi visivi senza obiettivi tematici focalizzati.
Todd McCarthy su Hollywood Reporter

Al di la di difetti e tutto, è incantevole; un lavoro di distribuzione degna di un regista che non ha perso la sua capacità di muoversi e di sorprendere.
Justin Chang su Variety


To the Wonder regala ascese vorticose alternate a rovinose cadute (francamente incomprensibile, seppur relegato in un'unica sequenza, il “personaggio” di Romina Mondello...), si apre con un montaggio di immagini sgranate, "amatoriali", vacanziere, spensierate, per giungere alla meraviglia e alla complessità di tramonti multistrato e nuvole dalle quali cogliere nuovi spiragli: l'amore è eterno, ci dice Malick, non il modo di viverlo, però. Imperfetto e sorprendente, retorico e avvolgente, noioso e spettacolare: come i pensieri. E la vita.
Valerio Sammarco su cinematografo.it

Se in "The Tree of Life" permanevano ancora sprazzi di dialogo, qui sono negati: l'incomunicabilità degli uomini malickiani è praticamente impossibile da scalfire. È un blocco monolitico di risentimenti e delusioni che costringe i protagonisti solo a ragionare tra sé e sé: immagini e parole si muovono con coordinazione per i 112 minuti della durata dove fluisce potente il flusso del sentimento. 
Giuseppe Gangi su ondacinema.it

Con fedeltà totale alla propria linea ed una coerenza ammirevole Malick presenta al pubblico un vero e proprio trattato di fotografia per mezzo del quale mette in scena la sua visione filosofica del legame fra amore e senso del dovere, acutamente evitando di giungere ad ovvie conclusioni. Uno stolido Affleck ed una lentezza esasperata non impediscono di apprezzare una gran film, un film di Malick!

To The Wonder è una partitura per immagini, suoni e voci (voci in più lingue: francese, inglese, spagnolo, anche italiano), voci fuori campo che narrano o spiegano o semplicemente dicono. Uso abbondante di ellissi, dei due protagonisti non sappiamo quasi nulla, nulla del come si sono innamorati e del perché sono sprofondati nella crisi. Vediamo solo gli atti, i fatti, le conseguenze, gli effetti, il background mai, il che conferisce al film un che di sospeso, fluttuante, misterioso. 

È cinema senza pelle, esposto, coraggioso e un po’ ridicolo. Il problema – che c’è – è nella sua costante ambizione (ancora una volta sia filosofica che formale), che non lascia respiro. Malick predica la fragilità della fede e dell’amore, nel momento stesso in cui ne canta la bellezza. Esalta il valore della solidarietà. Mostra la caducità dei corpi. Si arrischia perfino in una mezza-tirata contro i metodi anticoncezionali (Marina rischia una isterectomia a causa dell’uso della spirale). Vedere To the Wonder a pochi mesi di distanza da The Tree of Life, opera-mondo per eccellenza, non gli giova affatto. È come se ne fosse una costola, un frammento di poca utilità.
Giorgio Viaro su bestmovie.it

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