La notte del giudizio: recensioni da stampa e web

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La rassegna stampa, recensioni da stampa e web, su "La notte del giudizio": "E se per una notte all'anno potessi commettere qualunque crimine senza affrontarne le conseguenze, cosa faresti?"


La notte del giudizio (Horror - Usa 2013)
di James DeMonaco con Lena Headey, Ethan Hawke, Max Burkholder, Rhys Wakefield, Adelaide Kane
 Siamo in un'America devastata da criminalità e violenza. Il governo decide che in una notte all'anno ogni famiglia può compiere qualsiasi omicidio senza pagarne le conseguenze. Una notte di violenza e di giustizia privata. La famiglia di James Sandin (Ethan Hawke) è messa alla prova per scoprire fin dove è disposta ad arrivare per proteggersi dalle persone malvage che cercano di irrompere in casa loro. 
 

Scritto e diretto da James De Monaco, questo piccolo film racconta una distopia, un'utopia rovesciata e terribile che somiglia molto alla normalità. Normali sono James e Mary Sandin (Ethan Hawke e Lena Heady), con i loro figli Charlie (Max Burkholder) e Zoey (Adelaide Kane). E normali sono i loro vicini, amichevoli e premurosi. Normale all'inizio si direbbe anche il comportamento degli uni e degli altri in occasione della "purga" del 2022: si barricano in casa, in attesa che torni a valere la legge. Non amano gli eccessi, questi normalissimi americani, e neppure li condannano. In fondo, si dicono, ne viene il bene della nazione. Mai però si sporcherebbero le mani di sangue. Essendo moderati, se ne lavano via ogni responsabilità, da quelle loro mani. Eppure, nelle prime ore della purga qualcosa e anzi qualcuno irrompe nella casa dei Sandin, mettendo in pericolo la loro tranquillità e la loro indifferenza.
Roberto Escobar su L'Espresso

Chi non ha una dimora sicura, rischia più degli altri anche se nessuna casa è al sicuro. Tanti gli spunti di riflessione per un film sorprendente anche se pieno di falle.
Maurizio Acerbi su Il Giornale

Dopo un inizio promettente e perfido, questa satira politica si deteriora rapidamente con la routine.
Lou Lumenick su New York Post


Impossibile provare empatia con la vicenda o con i suoi protagonisti, pure con gli sforzi proferiti da Ethan Hawke e la faccia inquietantemente ariana di Rhys Wakefield (leader della banda omicida). Annacquata la suspense, nonostante sporadici sussulti, pochi momenti di tensione e una confezione tutto sommato rifinita ad arte (morbido il digitale di Jacques Jouffret, ben orchestrato il montaggio di Peter Gvozdas, d'impatto il sound design di Sebastian Sheehan Visconti). Insomma, state tranquilli: questa notte, dove tutte le vacche sono "nere", non sarà tra quelle che passerete in bianco. Ma se è politico il giudizio che essa reclama, non affannatevi: astensione è il voto che merita.
Gianluca Arnone su cinematografo.it

La notte del giudizio è una discreta sorpresa. Con una fede nella fantascienza non troppo futuristica ma più improntata a una trasfigurazione simbolica dell'oggi, lo sceneggiatore e regista James DeMonaco rappresenta la violenza in modo molto concreto e disturbante, senza nascondersi dietro la desensibilizzazione un po' surreale di Hollywood.
Domenico Misciagna su comingsoon.it 

Il contesto è poco realistico, un futuro al contempo utopico e distopico troppo prossimo perché la situazione socio-politica presentata possa essere credibile. Tuttavia, lo spunto iniziale è avvincente e verte su tematiche quali rabbia repressa, lotta di classe e conflitti generazionali.Le dinamiche tra i protagonisti vengono risolte in maniera immediata e buonista, le scene di combattimento sono coreografate piuttosto male, l’epilogo è scontato e il suddetto fidanzatino viene gettato nella mischia per creare scompiglio ma non serve davvero a nulla.
Stefano Dell'Unto su animemovieforever.net 

La notte del giudizio funziona, ha un bel soggetto portato avanti con intelligenza e coerenza, oltre che una serie di scene di tensione ben piazzate ed efficaci. Possiamo soprassedere su qualche caratterizzazione un pò banale di alcuni personaggi e sulla mania del figlio dei Sandin con la tecnologia, che fa tanto anni '80. Il film è bello e racconta qualche cosa, a suo modo, di nuovo.
Roberto Giacomelli su horrormovie.it
 
Nonostante la buona tensione della prima parte, è soprattutto nel secondo tempo che si palesano i vizi di una scrittura frettolosa, inadeguata fino ad esaurire in false piste gli snodi dell'intreccio non appena mostrino il minimo interesse, e superficiale al punto da sorvolare allegramente sui problemi della costruzione narrativa, corroborando con millimetrica precisione le attese dello spettatore smaliziato. 
Matteo Pernini su ondacinema.it

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