Rassegna stampa "Aspirante vedovo": recensioni da stampa e web sul remake del film di Dino Risi

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Rassegna stampa "Aspirante vedovo", recensioni da stampa e web sul remake del film di Dino Risi con Luciana Littizzetto e Fabio De Luigi al posto di Franca Valeri e Alberto Sordi.


ASPIRANTE VEDOVO (Commedia nera - Italia 2013)
di Massimo Venier con Luciana Littizzetto, Fabio De Luigi
Alberto Nardi è sposato con Susanna Almiraghi, grande industriale del Nord, una della donne più ricche e potenti del paese. Susanna, però, non ne può più di quel marito cialtrone e inconcludente e ha deciso di lasciarlo affogare nei suoi debiti. Per Alberto è la fine, ma il destino sembra volergli dare una mano: Susanna rimane vittima di un incidente aereo...


Quello firmato da Ugo Chiti, Michele Pellegrini, Massimo Venier e Piero Guerrera, non è proprio un “soggetto liberamente tratto dal film Il vedovo”.Ma è di peso, con alcune variazioni scarsamente motivate e decisamente non migliorative, il film di Dino Risi del 1959. Va perso il sale di quel memorabile film: Roma cialtrona e velleitaria contro Milano con la testa sulle spalle, nord laborioso contro sud pelandrone. Tra le variazioni: il decisivo “cretinetti” (con la “e” larga) che “la Ammiragli” usa per apostrofare il suo Alberto Nardi, diventa “gnu gnu”. Tonto (presumiamo) in torinese. 
Paolo D'Agostini su La Repubblica

Il problema non è che Aspirante vedovo, concepito dal regista Massimo Venier con le migliori intenzioni e in spirito di omaggio, non sia all’altezza dell’originale, il problema è che, indipendentemente da ogni paragone, il film proprio non funziona (…) con caratteri così mal scritti, inutile prendersela con Fabio De Luigi e Luciano Litizzetto.
Alessandra Levantesi su La Stampa

Fabio De Luigi e Luciana Litizzetto, sorprendentemente misurati, si destreggiano benino, anche se non possono sfuggire all’impari confronto con Sordi e Franca Valeri. Ma chi ha meno di quarant’anni e non conosce la storia, dell’imbranatissimo aspirante uxoricida, non si accorgerà di nulla.
Massimo Bertarelli su Il Giornale

La domanda è: perché con due bravi e simpatici attori come Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto, il film non fa ridere?
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera 


Un revival della commedia all'italiana che non fa ridere, macabro e di cattivo gusto, lontano anni luce dalle situazioni farsesche (metà umoristiche e metà sinistre) che metteva in scena Il vedovo. “Non è un remake”, dicono gli autori. Ma allora che cos'è? Un tentativo di riaggiornare il capolavoro di Risi e di farlo conoscere anche ai più giovani. Sì, ma meglio non ricordarlo in questo modo. Perché purtroppo l'Aspirante vedovo che "aspira" a ricordare Il vedovo ci ricorda solo la carenza di idee dei nostri giorni, lasciandoci la bocca veramente amara. Solo tornando indietro nel tempo, nel 1959, ci possiamo addolcire.
Giulia Lucchini su cinematografo.it

Tanto Il vedovo era preciso nel tratteggiare i suoi personaggi, piccoli e grandi, come cartine di tornasole di fenomeni sociali assai riconoscibili, tanto Aspirante vedovo si mantiene in superficie, senza mai affondare il colpo. E se davanti a Il vedovo ancora oggi si ride forte, pur sentendocisi accapponare la pelle, davanti ad Aspirante vedovo a malapena si sorride, con un leggero senso di disagio.
Paola Casella su mymovies.it

Il problema della commedia di Venier è la mancanza di ritmo, l'assenza di una reale, sapida ironia nella storia e nei vari quadretti grotteschi che dovrebbe comporre il mosaico generale, l'ancor più grave assenza di una minima vis comica e - per una storia che intende essere di critica sociale contemporanea - di vis caustica. Si coglie un'aspirazione alla causticità e al cinismo che, però, non trova una compiuta realizzazione. Il "cattivismo" offerto in alcuni passaggi della vicenda è sempre di maniera e prevedibile. 

Questo Aspirante vedovo, seppur mediocre e vagamente piatto, resta comunque una spanna sopra a molti altri inqualificabili prodotti del genere, grazie a una sceneggiatura che non scivola mai nella retorica e nelle becerate melense che stravolgerebbero le dinamiche di trama e personaggi; sorprende soprattutto una sottile vena di cattiveria del tutto estranea alla nostra (nuova) commedia, e che collega il film di Venier direttamente a quello di Risi, stabilite chiaramente le dovute proporzioni tra i due.
Giuseppe Paternò su spaziofilm.it

"Aspirante vedovo" è un tentativo goffo di far respirare agli spettatori il profumo della grande stagione della commedia italiana, senza preoccuparsi minimamente dell'epoca cinemtaografica in cui si vive. Troppo facile dire che Fabio De Luigi non è Alberto Sordi e Luciana Littizzetto non è Franca Valeri (del resto, sono stati proprio i diretti interessati a mettere le mani avanti). Ma pur nella loro encomiabile umiltà, non sono riusciti nemmeno ad apparire degne ombre dei grandi attori dell'originale. De Luigi proprio non ce la fa a risultare antipatico al pubblico e ottiene il risultato di rendere simpatico il canagliesco personaggio che interpreta, cosa mai più lontana dalle intenzioni di Albertone.  La Littizzetto, poi, è troppo impegnata a fare l'antipatica per preoccuparsi di dare anche solo un briciolo di eleganza alla sua Susanna Almiraghi, come invece fece la Valeri.
Francesco Balzano su imbucatospeciale.it

2 commenti:

  1. Tutto si può dire su questo film tranne che chiamarlo commedia.
    E' un film deprimente che dipinge un'Italia di persone tristi, materialiste e senza valori.

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  2. il film ancora non lo vedo. il vedovo (che tutti osannate) non l'ho visto neppure quello. da "perfetto estraneo" dico soltanto che dove c'è il caro vecchio "medio meeeeeeeeeeeeen" si ride di certo. poi se la trama è quel che è passi... ma fabio non si discute!!! 6 il migliore ingegner cane!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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