Rassegna stampa "Escape Plan", le recensioni da stampa e web sulla fuga dal carcere di Sylvester Stallone con Arnold Schwarzenegger.
ESCAPE PLAN (Azione - Usa 2013)
di Mikael Hafstrom con Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, James Caviezel, 50 cent
Quando un esperto di sicurezza strutturale (Sylvester Stallone) si
ritrova rinchiuso in una prigione che lui stesso ha progettato, deve far
ricorso a tutta la sua abilità per fuggire e scoprire chi lo ha
incastrato.
Stallone un po’’segnato, Schwarzenegger migliorato con l’età. In coppia
spiritosamente muscolare. Sly e Schwarzy, Rambo e Terminator insieme:
sembrerebbe da leccarsi i baffi. Sottotesto di vaga polemica politica sui trattamenti di Guantanamo? Del tutto ininfluente.
Paolo D'Agostini su La Repubblica
Tra battute di culto (“Picchi come un vegetariano”), Stallone fa
Stallone, con la bocca scoscesa sul dirupo, ma Schwarzy al confronto
sembra appena uscito dall’Actor’s Studio.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera
Non aspettatevi troppe scene d’azione. Stallone ha 67 anni e l’ex
Governatore della California 66. Ma nel loro sodalizio più parlato che
fisico sono scintille di grande cinema (…)Chi è cresciuto negli anni ’80
si commuoverà. In fondo i due sono come Bob Hope e Bing Crosby. Una
coppia comica. Ma con i muscoli.
Francesco Alò su Il Messaggero
Tutto molto statico, appesantito da una sceneggiatura che disperatamente
cerca di dimostrare quanta intelligenza ci sia sotto la coltre
muscolare ormai solidificatasi dei due protagonisti.
Escape Plan sarebbe stato forse un discreto film carcerario con un buono spunto anche se non ci fossero stati Stallone e Schwarzenegger. Rovesciando la medaglia, però, è il tono del film a perdere qualcosa proprio per la loro presenza. L’ironia tra le righe, perché ad una certa età è meglio non prendersi troppo sul serio, è ben dosata ma c’è troppa moderazione per essere una prigione segreta piena di terroristi e con carcerieri mascherati.
Antonio Bracco su comingsoon.it
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Per farla breve, resta qualche simpatico siparietto tra Sly e
Schwarzenegger, merito più che altro dei tempi che furono, oltre ad un
demenziale perciò interessante monologo dell’ex-Mister Olympia, che ad
un certo punto vaneggia in lingua madre biascicando frasi prese un po’
da dovunque..
Antonio Maria Abate su cineblog.it
Trama e colpi di scena sono da corso di sceneggiatura per corrispondenza
(con evidenti problemi postali), le psicologie tagliate col machete, ma
il Plan dell'ineffabile regista Mikael Hafstrom riserva
qualche sorpresa, su tutte il musulmano che s’immola in stile kamikaze
per i nostri inflessibili “crociati”... Fantapolitica, certo, ma il genere action-adventure ha problemi più gravosi, e Fuga dall'inferno stigmatizza: il benedetto ricambio generazionale chi l’ha visto? Avanti così, fuga dall’ospizio...
Federico Pontiggia su cinematografo.it
Il film è del tutto inattendibile. Inspiegabile e totalmente fuori
contesto il look fumettistico delle guardie della Tomba. Tutta la
componente mistery è molto tirata per i capelli e risolta con un
indigesto spiegone nell’epilogo. Tutto tende alla sequenza action
finale, risolta anche troppo in fretta. L’umorismo è ridotto ad un paio
di gag comunque riuscite.
Stefano Dell'Unto su animeforever.net
Quello che troneggia al centro di ogni possibile approccio alla materia
del film è il tandem Stallone-Schwarzy, la congiunzione nostalgica delle
loro forme di machismo, diverse e complementari(irruenta in modo quasi
robotico quella di Terminator, idealista e malinconica quella di Rambo).
Per gli appassionati del duo, Escape Plan è un film da vedere con il
riflesso di altri cult incollato alla rétina. Per tutti gli altri, è il
classico epilogo di un mercoledi al cinema senza tante pretese.
Elisa Lorenzini su cinema4stelle.it
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