Rassegna stampa "Dark Skies - Oscure presenze": recensioni da stampa e web sull'horror con rapimenti alieni

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Rassegna stampa "Dark Skies", recensioni da stampa e web sull'horror con rapimenti alieni ora nelle sale.


DARK SKIES - OSCURE PRESENZE (Horror - Usa 2013)
di Scott Stewart con Keri Russell, Josh Hamilton, J. K. Simmons, Dakota Goyo

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Una coppia normale con figli, classica famiglia media della periferia americana, inizia a sentire strane cose in casa. Piccoli rumori, oggetti spostati che all'inizio considerano solo come coincidenza. Col tempo gli strani accadimenti e le presenze sono sempre più inquietanti. Sono arrivati degli extra-terrestri che li osservano e hanno brutte intenzioni. La famiglia dovrà cavarsela da sola perchè vicini e parenti li isolano credendoli pazzi. 


Dallo stesso produttore di Insidious e Sinister, l’attivissimo Jason Blum (la metà dei film orrorifici che arrivano sui nostri schermi è roba sua), una dignitosa “serie B” con gli alieni al posto dei fantasmi. Se la ripresa del tema dei “visitor” minacciosi (inflazionato negli anni Sessanta e Settanta) ci risparmia buona parte degli effetti di falso-documentario delle produzioni Blumhouse, non mancano però le derive alla Paranormal Activity: vedi il tipo di casa in cui si svolgono gli eventi, le misteriose presenze paranormali, i sistemi di sorveglianza che ne rivelano le tracce... Il complesso, però, i brividi non mancano e il contratto con lo spettatore è onorato. 
Roberto Nepoti su La Repubblica

Una trama che potrebbe scadere nel ridicolo viene resa, invece, solida grazie al perfetto meccanismo a orologeria della tensione. Chapeau.
Maurizio Acerbi su Il Giornale 


Sorretto da una lineare ed efficace sceneggiatura dello stesso Stewart, prodotto dal giovane Jason Blum, che tra Insidious e la saga dei vari Paranormal Activity diventa sempre più una garanzia del nuovo cinema horror, il film coinvolge progressivamente lo spettatore nel dramma della famiglia Barrett, che se all'inizio deve far quadrare i conti di casa, verso la fine verrà coinvolta in qualcosa di assurdo e terrificante. Sorprendentemente per uno che ha fatto dei visual effect la sua bandiera, Stewart rinuncia quasi completamente agli effetti speciali, ma si affida totalmente alla  bravura di attori come Josh Hamilton e Keri Russell, alla costruzione di una tensione che rifugge dallo spavento facile ma che mira, più dignitosamente, a gettare angoscia con attese sostenute e un crescente inasprirsi delle situazioni drammatiche.
Dottor Satana su splattercontainer.com

In Dark Skies i momenti di terrore veri i propri, che hanno caratterizzato e portato al successo internazionale Insidious e a tratti anche Paranormal, sono assenti, pochi sono gli attimi in cui si salta dalla sedia, la maggior parte del tempo ci si annoia, cosa che in un film horror dovrebbe essere assolutamente impossibile, a discapito della riuscita della pellicola.
Giorgia Tropiano su movietele.it

Dark Skies" molla la presa proprio nel momento in cui il racconto dovrebbe tingersi di orrifico, smorzando, purtroppo, la tensione in banalità sceniche. La seconda parte del film in un certo senso vanifica la buona costruzione iniziale dell'opera, che lascia preludere ad una suspense sorprendente.
Rosalinda Gaudiano su cinema4stelle.it

Tutto suona meccanico e privo di convinzione, e la paura latita seppur cercata con mezzi tanto ripetuti quanto faciloni. Tra colpi di scena poco sorprendenti ed inutili variazioni a tradimento nel volume della colonna sonora, almeno un momento cult di parodia involontaria. Unica, felice eccezione: le sequenze che coinvolgono il personaggio di Edwin Pollard, interpretato dal bravissimo J.K. Simmons.  Il monologo rivolto alla coppia protagonista è talmente teso ed efficace da far sembrare la scena un corpo estraneo, collocato in un tessuto narrativo altrimenti sbiadito . Solo per fan sfegatati del genere, in mancanza di meglio.

Un dramma reso in modo credibile dagli ottimi protagonisti, una fragile ma decisa Keri Russell (Felicity, The Americans) nei panni di Lacy e un incredulo Josh Hamilton in quelli di Daniel. Un film quindi da godere, senza grandi salti sulla poltrona, ma in grado di giocare con le paure, dosando la tensione fino all’ultimo colpo di scena finale che saprà soddisfare i palati degli amanti delle alien abductions e non solo.

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