6° giorno Torino Film Festival 2013: in concorso il giapponese "A woman and war" e l'italiano "Il treno va a Mosca"

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Nel 6° giorno del Torino Film Festival 2013 in concorso il film giapponese "A woman and war", tre personaggi alla fine della seconda guerra mondiale, e l'italiano "Il treno va a Mosca", documentario nostalgico con tre amici rossi romagnoli che sognano l'Unione Sovietica.


IL TRENO VA A MOSCA 
Documentario di Federico Ferrone e Michele Manzolini. 
1957. Ad Alfonsine, uno dei tanti paesini della Romagna rossa distrutti dalla guerra, il barbiere comunista Sauro Ravaglia e i suoi amici sognano l’Unione Sovietica, unica terra in cui si realizza il loro ideale di pace, fratellanza e uguaglianza. Quando si presenta l’occasione di visitare Mosca, durante il Festival mondiale della gioventù socialista, il gruppetto parte: le aspettative sono altissime e tanta la voglia di portare a casa più immagini possibili di quello che sarà il viaggio della vita.

Note: «Per Sauro l’utopia non era solo un’idea politica, ma una prospettiva da poter quasi toccare con mano. Per noi, cresciuti in un’epoca in cui non si sogna più una società ideale, fare un film come questo segna il tentativo di far riaffiorare quel desiderio di utopia che abbiamo sempre finto di ignorare. Anche se un po’ di nostalgia inevitabilmente traspare, non abbiamo voluto fare un film nostalgico. Il fatto che Sauro ancora oggi continui a girare il mondo è la testimonianza che forse l’utopia non è un obiettivo realizzabile, ma una ricerca lunga una vita intera».



A WOMAN AND WAR
di Junichi Inoue con Noriko Eguchi, Masatoshi Nagase, Jun Murakami, Akira Emoto
In Giappone, negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, si incrociano i destini di una prostituta che non ha mai provato piacere ma continua a inseguirlo, di uno scrittore fallito che ha scelto di sfogare nel sesso il dolore per gli stravolgimenti subiti dal suo Paese e di un reduce tornato a casa senza un braccio, incapace di riprendere a vivere normalmente perché ossessionato dagli stupri commessi sul fronte cinese. Un groviglio inestricabile di colpe e violenze generato dalla follia della guerra, che perseguiterà i tre personaggi come in un incubo.

Note: «La gente tende a dimenticare; i giapponesi, in particolare, dimenticano molto facilmente. Ciò li porta a ignorare avvenimenti sconvenienti oltre ai crimini commessi durante la Seconda guerra mondiale. Di sicuro, questa facilità a dimenticare è alla base dei rapporti tumultuosi che intercorrono tra il Giappone e il resto dei Paesi asiatici. Come regista, il mio scopo era quello di girare un film che parlasse di una serie di argomenti che altrimenti i giapponesi avrebbero dimenticato».


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