Marco Travaglio ne "Il venditore di medicine", storia di corruzione fuori concorso al Festival di Roma 2013 (video)

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Anche Marvo Travaglio in "Il venditore di medicine", proiezione oggi  fuori concorso al Festival di Roma 2013, film a lui congeniale perchè parla di una storia di corruzione tutta italiana. "Il venditore di medicine" parla, infatti, delle pratiche corruttive nel mondo degli informatori farmaceutici e dei medici di famiglia con protagonisti Claudio Santamaria e Isabella Ferrari per la regia di Antonio Morabito. Di seguito tre clip del film.


Bruno è un informatore medico. La sua azienda, la ‘Zafer’, sta vivendo un momento difficile. Pur di non perdere il suo posto di lavoro, Bruno è disposto a corrompere medici, a ingannare colleghi, a tradire la fiducia delle persone a lui più vicine. Bruno è l’ultimo anello nella catena del ‘comparaggio’, una pratica illegale che la Zafer, come molte altre case farmaceutiche, attua per convincere i medici a prescrivere i propri farmaci. E se alcuni dottori si rifiutano di prestarsi a questo gioco, molti di loro non si sottraggono affatto. Bruno, apparentemente mostruoso, non é altro che il risultato della società che lo circonda: ne incarna le contraddizioni, l’ansia, la corruzione, l’impunità. L'essere contemporaneamente vittima e carnefice, corrotto e corruttore, cede il passo ai sentimenti, alla natura umana che di certo non si tira mai indietro rispetto alle contraddizioni, quando casualmente incontra un amico di vecchia data gravemente malato e, solo in quel caso, le sue azioni si direzionano verso il benessere altrui

La regia è di Antonio Morabito (regista di corti, documentari e format) e oltre a Claudio Santamaria, Isabella Ferrari e Marco Travaglio ecco il resto del cast: Evita Ciri, Roberto De Francesco, Ignazio Oliva, Giorgio Gobbi, Vincenzo Tanassi, Leonardo Nigro, Ippolito Chiarello, Alessia Barela, Paolo De Vita, Pierpaolo Lovino, Beniamino Marcone, Roberto Silvestri.


Nella prima clip protagonista è Isabella Ferrari, cinica dirigente della Zafor, in una riunione con i propri informatori farmaceutici. 



Seconda clip con Marco Travaglio medico nel suo incontro con Claudio Santamaria informatore farmaceutico.



Terza clip con Claudio Santamaria


4 commenti:

  1. Non penso che andrò al cinema a vedere questo film, però, avendo lavorato come informatore del farmaco per undici anni, vi posso assicurare che le tre scene mi sono sembrate piuttosto credibili.

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  2. Io vi lavoro da venticinque e ritengo che siano credibili solo per quella piccolissima parte che ha fatto questo lavoro in quel modo. Ogni lavoro può essere fatto onestamente o disonestamente e ciò dipende dai singoli e da come intendono operare. Questo vale non solo per l'informatore medico, ma anche per infinite altre categorie, nessuna esclusa (politici, giornalisti,avvocati, magistrati,medici,ecc..).

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  3. Le scenate dei capi area durante le riunioni di equipe, e quelle dei direttori nelle plenarie. Per non parlare delle premiazioni sul palco per i "top performer" durante la riunione di Gennaio. La premiazione cioè dei colleghi che, a parità di "investimenti", non si sa come, hanno venduto dieci volte più di te che ti sei fatto il mazzo tutto l'anno. Le strategie di marketing e le visite alle farmacie, gli "investimenti" da far fruttare e l'analisi dei micribrick sui dati vendita eccetera eccetera. Tutte queste cose, naturalmente, le ho viste solo io. Anzi me le sono sognate di notte....... . . . . . . . . . . . . . . .

    Vittorio

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  4. I favoritismi del pubblico, fatta eccezione per la solita nicchia di seguaci del noto giornalista, non sembrano pendere dalla parte di Travaglio. Sul Web e su Youtube si affollano commenti su commenti di gente comune che da anni lavora in case farmaceutiche e che d’un tratto si ritrova la propria professione sminuita e denigrata. Ho anch’io un parente stretto che lavora nel circuito, e mi ha fornito anche in questo caso un’immagine ben diversa da quella anticipata nel film. È ragionevole poi che la critica dia particolarmente fastidio allorquando venga avanzata, tra le altre cose, da enti che non hanno veramente nulla a che fare col settore. D’altro canto non pochi si professano, giustamente, perplessi dal fatto che in Italia o si è tutto o si è niente: non sarebbe meglio lasciar svolgere al giornalista il suo sacrosanto ruolo di giornalista, riservando agli attori la loro specifica competenza? E’, questa, una dinamica che ci affligge da anni e che ora più che mai è percebile nel tessuto sociale. Che poi, scusate, non vi inquieta un minimo sapere che un personaggio che per professione informa, sia così abile nel recitare (e quindi nel mentire)?

    Credo vi possa interessare il mio articolo al riguardo:

    http://lupodigubbio.com/il-venditore-di-medicine-travaglio/

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