La Festa di Roma diventa Festival ma...non ha l'identità del Festival di Torino, nè lo splendore internazionale di Cannes, nè la storia di Venezia


Da Festa quest'anno, svolta Muller, diventa Festival di Roma 2013 alla ricerca disperata di un'identità. Ne avevamo già parlato in questo post a proposito della Festa (ora Festival) del cinema di Roma del 2011 e, a distanza di due anni, ci risiamo a doverne parlare. A dover parlare di un festival che si trova a dover litigare con Torino per le date e che si pone a metà tra Venezia e Berlino. Questione temporale irrilevante se non fosse che ancora non ha trovato una sua collocazione culturale, di visione, identitaria con un cambio di passo notevole (che non vuol dire positivo) dalla gestione Detassis-Rondi a quella Ferrari-Muller.


Un Festival, con molte prime mondali non c'è dubbio, ma che apre con un film in concorso (nelle sale dal 14 novembre) italiano come "L'ultima ruota del carro" di Giovanni Veronesi che, con tutto il rispetto, forse non ha lo stesso risalto dello sfavillante "Il Grande Gatsby" di Cannes 2013, nè l'interesse di "Gravity" del regista Alfonso Cuaron con la coppia Clooney-Bullock film di apertura a Venezia 2013. Il salto da Festa (popolare) a Festival risulta nelle premesse alquanto incompiuto e nè ha il carattere giovane, moderno, cosmpolita del Festival di Torino che anche quest'anno il nuovo direttore Paolo Virzì intende dargli: Torino Film Festival dal 22 novembre al 1 dicembre 2013 Eventi a Torino
“Un festival caldo e accogliente che tenterà di realizzare in nove giorni l’utopia di un cinema senza confini, dove lo spettacolo e l’intrattenimento popolare abitano nello stesso luogo dei percorsi d’autore, del documentario e del cinema sperimentale; ma anche un Festival 2.0, continuamente ‘connesso’ e fruibile dagli utenti del web”.

Insomma Festa o Festival? Sagra del cinema tutta romana (come la madrina Ferilli e gli altri protagonisti invitati alla manifestazione) o sguardo internazionale cercando di concorrere con gli altri più blasonati festival? Muller aveva provato l'anno scorso a renderlo diverso con la massiccia dose di Oriente non realizzando alcun obiettivo. Ora la svolta, a parole finora, della Festa che si trasforma Festival.

Sul Corriere della Sera di oggi 9 novembre Fabrizio Roncone descrive questo Festival di Roma e la sua frequentazione in un articolo con questo titolo: "Atmosfera da circo tra portaborse e spritz. Dall'idea veltroniana della grandiosità di Roma alla svolta incompiuta di Muller". Ed è vero la decisa svolta del direttore da Festa a Festival sembra davvero incompiuta. "Adesso è lì Muller che cammina a passi lenti, con sorriso fisso da circostanza. A certe botte di radicalismo orientale dello scorso anno ha dovuto rinunciare (per questo pubblico tra l'incomprensibile e il comico); in compenso il Festival internazionale apre con la nuova commedia di Giovanni Veronesi. Dietro Muller, sul red carpet, ecco Valeria Marini (dalla folla: Viè quà valeriona fattè da un bacetto...vieni a zio). Poi Domenico Procacci, Katia Smutniak, Elio Germano, Elisa e Antonello Venditti, Leonardo Pieraccioni...la pierre preferita dal generone romano, una ex parrucchiera di Cinecittà...Alle 19 il red carpet è vuoto. Chi aveva il biglietto è in sala. Gli altri a prendere un aperitivo o sotto il furgone di Umberto, dove preparano squisiti panini".

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