Recensioni de "La mafia uccide solo d'estate", l'esordio alla regia di Pif

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Recensioni da stampa e web de "La mafia uccide solo d'estate", esordio di Pif alla regia reduce dalla partecipazione in concorso al Torino Film Festival 2013 ed ora nelle sale.


LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE (Commedia - Italia 2013)
di Pif con Cristiana Capotondi, Pif, Ginevra Antona, Alex Bisconti, Claudio Gioé

Una storia d'amore che racconta i tentativi di un bambino di conquistare la compagna di banco Flora, di cui si è innamorato alle elementari, in una scuola di Palermo. Sullo sfondo, si susseguono gli episodi di cronaca accaduti in Sicilia tra gli anni '70 e '90.  


Era l’anello mancante del cinema civile: Pif, volto cult tv, Pierfrancesco Diliberto, alterna informazione e satira in modo nuovo, divertente e accattivante, le stragi mafiose dagli anni 70 con gli occhi di un bambino.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera

 Ne abbiamo parlato dal Torino film festival, dove è passato in competizione: La mafia uccide solo d’estate è uno dei film importanti della stagione. Lo scrive, dirige e interpreta Pif, nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto, personaggio televisivo di successo all’esordio al cinema. La scommessa narrativa e stilistica è audace e avrebbe messo nei guai cineasti ben più esperti: Pif la vince alla grande. (…) storia d’amore, romanzo di formazione, ricostruzione della cronologia “mafiosa” dagli anni ’70 ad oggi: un film che è al tempo stesso un ripasso di storia, che diverte e commuove. Da vedere.
Alberto Crespi su L'Unità

 La mafia uccide solo d’estate è una delle operazioni più riuscite e intelligenti fatta dal cinema italiano, in questi ultimi anni. E il merito va tutto a Pif, nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto, volto noto televisivo che ai successi ottenuti sul piccolo schermo ( da Le Iene a il Testimone) può aggiungere, ora, anche questo rimarchevole debutto nella regia cinematografica. (…) qualche sbavatura da opera prima, ma questo è un film del quale andare fieri.
Maurizio Acerbi su Il Giornale 


Ma c'è molto colore (e calore) in questo mondo, in cui Pif si aggira con la grazia stralunata di un Pinocchio che scopre la brutta realtà del Paese dei Balocchi, e molto affetto per un periodo in cui si è stati comunque felici. Niente male davvero per un esordio originale, che invece della solita rassicurante commedia sentimentale ha scelto di raccontare una generazione capace di impegnarsi nelle battaglie giuste, ma sempre col sorriso sulle labbra.

Da Pif (anche autore della sceneggiatura con Michele Astori e Marco Martani) il miglior esordio possibile, bravo nel rimescolare le carte, nel reinventare - al pari, sia pure al di sotto, del Benigni de La vita è bella - un cinema d'impegno da mettere sotto l'albero, il film di Natale che non sai se ridere o se piangere, il divertissement con il groppone in gola.

Grazie alla comicità, anche i personaggi mafiosi (tra i primi Totò Riina) sono ritratti nella loro quotidiana bassezza, alle prese con i loro limiti di persone scarsamente intelligenti o con passioni infantili. Pif fa ridere il pubblico parlando di uno dei morbi più brutali e pervasivi del nostro paese.

Un piccolo film, forse di pretese troppo alte e sproporzionate. Si sente la mancanza di una sceneggiatura forte. Non basta un discreta idea per costruire un film, non basta allineare una stringa di battute nanche così riuscite. Ma si sa, questo è un annoso problema del nostro cinema. Però, bravo il ragazzino Alex Bisconti quale giovane Arturo.

4 commenti:

  1. Devo assolutamente andarlo a vedere!!!

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  2. L'ho visto ieri : molto bello !!!

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  3. Finalmente un BEL FILM Italiano

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  4. Se questo è l'esordio di qualcuno che ha da dire qualcosa....ahhhh povero Bukowski

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