Rassegna stampa di "Giovane e bella", recensioni da stampa e web sulla prostituta di Ozon

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Rassegna stampa "Giovane e bella": recensioni da stampa e web sullo scandaloso film di Francois Ozon presentato al Festival di Cannes 2013 che racconta di una giovanissima prostituta per "piacere".


GIOVANE E BELLA (JEUNE ET JOLIE - DRAMMATICO FRANCIA 2013)
di Francois Ozon con Marine Vacth, Géraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Fantin Ravat

Isabelle, studentessa diciassettenne, perde la verginità durante le vacanze estive. Tornata in città, dove vive con il fratello minore, la madre e il patrigno, decide di prostituirsi diventando una prostituta d'alto bordo sotto lo pseudonimo di Lea. Durante un incontro con uno dei suoi clienti, accadrà un fatto che cambierà inesorabilmente la sua vita. Suddiviso in quattro capitoli, come le stagioni di un anno, e accompagnati da quattro brani di Françoise Hardy, da giugno a luglio viene raccontata la maturazione sessuale e il passaggio dall'adolescenza all'età adulta di un giovane donna. 


In Ozon c'è anche da ammirare la fusione tra un certo eclettismo di generi e temperature, e una sostanziale continuità nell'indagare sulle sorprese che possono riservare le relazioni umane, sessuali e non solo. Anche se il sesso c'entra quasi sempre parecchio. Solo che i risultati non sono tutti di pari livello. Molto riuscito il penultimo Nella casa (ricordate la vischiosa relazione che si stabilisce tra il supponente professore Fabrice Luchini e il suo allievo che, apparentemente sottomesso e mansueto, lo manipola fino a conseguenze estreme? Si direbbe che l'autore abbia un debole per gli adolescenti un po' mostruosi), ma decisamente meno riuscito questo Giovane e bella presentato in concorso all'ultimo Festival di Cannes.
Paolo D'Agostini su La Repubblica

Scandalo sociale, non morale, scandito in quattro stagioni, alla Rohmer: tutto osservato con sincerità da un regista che si trova dentro una scomoda verità. Magnifica Marine Vacht.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera

Ozon dimostra una straordinaria finezza di approccio. E, in una sospensione di giudizio che non si traduce mai in indifferenza, registra questa storia di giovinezza rapita con sensibilità e limpidezza di stile. Quanto alla ventiduenne Marine Vacht, modella di Lagerfeld e Chloè, con la sua imperfetta bellezza, la sua scostante riservatezza e le sue inattese tenerezze, è una Isabelle tanto conturbante quanto imperscrutabile. 
Alessandra Levantesi su La Stampa

Film quasi documentaristico: l’assenza di pistolotti sentenziosi è un pregio, il gelo emotivo forse è un difetto (…) Marine Vatch, la protagonista, è bravissima. 
Alberto Crespi su L'Unità

Crudo asciutto dramma francese, cui non giovano compiacimenti morbosi, né evitabili sconcezze (…) Bravina la filiforme Marine Vacth, ultima per il momento, bella di giorno cinematografica. 
Massimo Bertarelli su Il Giornale


Ozon cita Doppio sogno di Schnitzler, ma depurandolo di ogni moralismo o morbosità. I suoi sono quadri cartesiani, il suo sguardo è quello del fratellino di Isabelle che la spia a distanza: depurato, curioso. Questa "giovane e bella" ci chiede di gettare in mare ogni preconcetto, inibizione morale. Di affrontare a viso aperto sicurezze e ipocrisie (come non è capace di fare la madre), dubbi e contraddizioni. Rimbaud aveva ragione: non si può essere seri a 17 anni. Almeno lui andrebbe preso maledettamente sul serio.
Gianluca Arnone su cinematografo.it

Jeune & Jolie appare come un esercizio di stile elegante ma vagamente sterile, nel quale il tema e la declinazione (im)morale dovrebbero donare un surplus di spessore e scandalo buono forse solo nei salotti alto borghesi che il film stesso racconta con inevitabile bonomia, senza passione né criticismo.
Federico Gironi su comingsoon.it 

Intrigante, seducente ed allo stesso tempo poetico e silenziosamente vulnerabile e fragile come la giovane protagonista, una bravissima e delicata Marine Vacth, Giovane e bella rappresenta una brillante prova d’autore, capace di conquistare però maggiormente un pubblico di cinefili. Certe scene esplicitamente sessuali infatti, per il pubblico di massa potranno essere capiti ed osservati da un punto di vista più superficiale, mentre il pubblico attento sarà proprio quello che continuerà a chiedersi: Perché?
Alice Bianco su voto10.it

Il film rischia di apparire una mera cronaca, del tutto priva di scelte coraggiose. Non bastasse, le conseguenze narrative scadono inevitabilmente nell'ovvio. Non tutto è da buttare, comunque, di questo "Jeune & jolie". Al contrario. Il mestiere del regista è innegabile e risolve parecchie situazioni di un film in ogni caso discretamente confezionato, mentre il suo talento regala un'allucinatoria sequenza (una sola però...) da antologia: la perdita della verginità di Isabelle, in cui la ragazza si "sdoppia" nella spettatrice di quello stesso momento.
Claudio Zito su ondacinema.it

Un racconto nè morale nè immorale, solo fenomenologico, pura osservazione. Ozon è così bravo, ma questo lo si sa da un pezzo, da rendere invisibile la macchina da presa, da far respirare il film con il respiro dei suoi personaggi. Non sbaglia un movimento, non sbaglia mai il tempo. Sì, c’è qualcosa della leggerezza di Rohmer e della sua infinita grazia, ma i tempi non sono più quelli, e anche le incantevoli ragazzine alle prese con le cose e i discorsi dell’amore non sono le stesse.
Luigi Locatelli su nuovocinemalocatelli.com


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