Parliamo di "Tir" di Alberto Fasulo, con l'attore Branko Zavrsan che ha accettato di vivere come autista di camion per tre mesi per un esperimento a metà tra finzione e documentario, vincitore a sorpresa del Festival di Roma 2013.
A sorpresa e contro i favoritissimi "Her" (Scarlett Johansson vince migliore interpretazione femminile) e "Dallas Buyers Club" (Matthew McConaughey vince come miglior interprete maschile) vince il Marc'Aurelio d'Oro questo film del documentarista friuliano Alberto Fusaro che ci racconta la crisi con un viaggio on the road di un insegnante che si reinventa camionista per vivere.
La Scheda
Regia: Alberto Fasulo
Sceneggiatura: Alberto Fasulo, Enrico Vecchi, Carlo Arciero, Branko Zavrsan
Fotografia: Alberto Fasulo
Montaggio: Johannes Hiroshi Nakajima
Scenografia: Nadia trevisan
Suono: Luca Bertolin, Igor Francescutti
Cast: Branko Završan, Lučka Počkja, Marijan Šestak
La Sinossi
Da qualche mese Branko è diventato camionista. Una scelta più che comprensibile dato che adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo stipendio d’insegnante di prima. Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da piccoli ci dicevano: “il lavoro nobilita l’uomo”. Ma qui sembra diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante. Note di regia Ancor prima che un film su un camionista questo è un film su un paradosso. Quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui, in fondo, stai lavorando. Il processo di scrittura è durato più di quattro anni. Durante questo tempo ho alternato fasi di ricerca sul campo ad altre in cui ci fermavamo a riflettere sul materiale raccolto, in una continua tensione creativa fra elementi di finzione e di documentario. Questo, mentre attorno a noi esplodeva una crisi senza precedenti, che definire solamente economica, ormai suona riduttivo se non addirittura sbagliato. Ma più che fare un racconto sociologico m’interessava entrare sotto la pelle del mio personaggio e riprenderlo in un momento di crisi personale, in cui si vedesse obbligato a compiere una scelta non solo pratica, ma anche etica ed esistenziale. In questo senso, la mia ambizione è che il film possa essere letto come una metafora della vita contemporanea e lo considererò “riuscito”, solo nella misura in cui saprà parlare a tutti coloro che vivono sulla propria pelle questo paradosso.
Le Foto
Parlano il regista Alberto Fasulo e l'attore Branko Završan (video)
La Scheda
Regia: Alberto Fasulo
Sceneggiatura: Alberto Fasulo, Enrico Vecchi, Carlo Arciero, Branko Zavrsan
Fotografia: Alberto Fasulo
Montaggio: Johannes Hiroshi Nakajima
Scenografia: Nadia trevisan
Suono: Luca Bertolin, Igor Francescutti
Cast: Branko Završan, Lučka Počkja, Marijan Šestak
La Sinossi
Da qualche mese Branko è diventato camionista. Una scelta più che comprensibile dato che adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo stipendio d’insegnante di prima. Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da piccoli ci dicevano: “il lavoro nobilita l’uomo”. Ma qui sembra diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà, a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante. Note di regia Ancor prima che un film su un camionista questo è un film su un paradosso. Quello di un lavoro che ti porta a vivere lontano dalle persone care per cui, in fondo, stai lavorando. Il processo di scrittura è durato più di quattro anni. Durante questo tempo ho alternato fasi di ricerca sul campo ad altre in cui ci fermavamo a riflettere sul materiale raccolto, in una continua tensione creativa fra elementi di finzione e di documentario. Questo, mentre attorno a noi esplodeva una crisi senza precedenti, che definire solamente economica, ormai suona riduttivo se non addirittura sbagliato. Ma più che fare un racconto sociologico m’interessava entrare sotto la pelle del mio personaggio e riprenderlo in un momento di crisi personale, in cui si vedesse obbligato a compiere una scelta non solo pratica, ma anche etica ed esistenziale. In questo senso, la mia ambizione è che il film possa essere letto come una metafora della vita contemporanea e lo considererò “riuscito”, solo nella misura in cui saprà parlare a tutti coloro che vivono sulla propria pelle questo paradosso.
Le Foto
Parlano il regista Alberto Fasulo e l'attore Branko Završan (video)
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