"Il sud è niente": recensioni da stampa e web su un'opera prima da festival

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"Il sud è niente" è l'opera prima di Fabio Mollo presentata al Torino Film Festival 2013 e non solo (Toronto, Roma..) ed accolta dovunque benissimo. La pellicola è ora in sala e di seguito le recensioni da stampa e web sul film.


IL SUD E' NIENTE (Drammatico, Opera prima - Italia 2013)
di Fabio Mollo con Vinicio Marchioni, Miriam Karlkvist, Valentina Lodovini, Andrea Bellisario

A diciassette anni si mette in discussione tutto, si distrugge quello che si è e si inizia la ricerca della forma definitiva del proprio essere. È così anche per Grazia, che vive a Reggio Calabria con il fantasma di un fratello sulla cui scomparsa aleggia il silenzio; per lei è il momento di sovvertire una situazione che rischia di intrappolarla. Una notte, dopo un litigio con il padre, entra in mare e vede una figura in cui riconosce il fratello: sarà il segnale che la porterà a forzare il rifiuto del padre a svelarle la verità.


Curioso tentativo di fare denuncia sull’immobilismo omertoso del nostro Sud attraverso le suggestioni di un linguaggio e di atmosfere magiche. Apprezzabile, ma davvero si fatica a seguire e i misteri restano tutti appesi.
Paolo D'Agostini su La Repubblica

Il film che viene dal profondo mare di Calabria è uno di quei debutti incompleti ma di cui non si vede l’ora di sapere il seguito.(…) Miriam Karlkvist e Vinicio Marchioni tra sguardi e silenzi tessono una ragnatela di sensazioni che merita attenzione.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera

Se dovessimo trovare una formula per descrivere Il sud è niente , dovremmo parlare di realismo magico. Pur avendo una forte connotazione quasi documentaristica (l’ambientazione calabrese, il dialetto, le facce) il film ha un tono fiabesco. Si tratta di un equilibrio sempre difficile da raggiungere, ma l’esordiente Fabio Mollo, 33 anni, lo padroneggia con una sicurezza encomiabile. Siamo di fronte a uno dei migliori esordi italiani degli ultimi anni. 
Alberto Crespi su L'Unità

Il sud è niente porta una nota originale sul terreno del cinema che esplora i guasti, morali oltre che materiali, della criminalità organizzata. (…) Mollo sa di cosa parla ma inciampa un po’ fra i diversi registi (lingua o dialetto, per esempio), lascia fin troppo sfumato il mondo degli adulti. Ed è così sorvegliato da compromettere qua e là l’emozione (…) Curioso.
Fabio Ferzetti su Il Messaggero

Pretenzioso dramma, ambientato a Reggio Calabria (…) In una sceneggiatura piena di buchi, spiccano la recitazione isterica e l’antipatia della protagonista.
Massimo Bertarelli su Il Giornale 


Un piccolo e riuscito film sulla famiglia e sul non detto, sull'importanza della chiarezza e sulla voglia di guardare avanti, che riesce a convincere pur non essendo privo di difetti (abbastanza accessorio, ad esempio, il personaggio interpretato da Valentina Lodovini). 
Marco Chiani su mymovies.it

Il giovane autore è fin troppo audace nello spaziare fra più stili di messa in scena: alla lunga, l'alternarsi del piglio documentaristico e di quello quasi fiabesco restituisce una strana sensazione di straniamento e di impossibilità ad appassionarsi agli eventi.
Giancarlo Usai su ondacinema.it 

Frammenti di ottimo cinema, in una struttura a tratti ingessata, ma certo pulsante di contenuti e suggestioni.
Marco Minniti su movieplayer.it

Mollo lavora per sottrazione, adoperando il silenzio e la penombra come fattori espressivi di un linguaggio registico concentrato su pochi ma essenziali dettagli. Il meridione de Il Sud è niente possiede ben poco degli stereotipi comuni: luci fredde, tinte metalliche di mare e cielo, la costa siciliana lontana come un miraggio svaporato. Il lavoro più impressionante, comunque, resta quello sui personaggi. Il Sud è niente suscita stupore e indignazione, eppure appaga e incuriosisce. Oggi come oggi non è poco.
Gianfrancesco Iacono su cinematografo.it

Il sud è niente è un’opera un po’ acerba, realizzata con grande cura formale e usufruendo di buoni attori e suggestivi scenari, ma risente di una scrittura a tratti farraginosa e di una goffa gestione dei temi e delle tempistiche narrative con il risultato che a fine visione si ha l’amaro in bocca.
Roberto Giacomelli su darksidecinema.it

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