Rassegna stampa di Spaghetti Story, recensioni da stampa e web sull'esordio alla regia Ciro De Caro in una commedia indipendente molto realistica. Sorpresa tutta italiana antitodo contro i cinepanettoni.
SPAGHETTI STORY
Commedia - Italia 2013
di Ciro De Caro con Valerio Di Benedetto, Cristian Di Sante, Sara Tosti, Rossella d’Andrea
Valerio è un bravo attore ma si arrangia con impieghi part-time
nell’attesa di poter vivere del proprio lavoro. Il suo amico Scheggia
vive ancora con la nonna ma sa già come crearsi “una posizione”. Serena è
studentessa ma vorrebbe costruire una famiglia con Valerio. Giovanna
lavora come massoterapista ma sogna di diventare chef di cucina cinese.
Quattro giovani adulti dei nostri giorni che sembrano avere le idee
chiare su chi sono e cosa vogliono ma di fatto restano ingabbiati nei
propri schemi mentali. Ognuno giudica l’altro ed è cieco di fronte alle
proprie esigenze e potenzialità. Quando la giovane prostituta cinese Mei
Mei entra a far parte delle loro vite, tutto è costretto a cambiare
rapidamente.
Nei suoi momenti migliori il cinema italiano è come Dio: c’è ma non si vede. Piccola ma esemplare success story tricolore, Spaghetti Story è un film
italiano che si è fatto strada da solo, passando per una serie di
prestigiosi festival stranieri. un’opera affascinante, pienamente riuscita e completamente calata nel
presente. Per intenderci: Spaghetti Story appartiene al novero dei
pochissimi film italiani che non piangono l’assenza dei padri, né come
modello produttivo né come racconto, e provano a osservare il paese a
partire nel qui ed ora.
Giona A. Nazzaro su La Repubblica
Un piccolo film, davvero autarchico che con lo spirito di queste
festività condivide sicuramente i temi della solidarietà e
dell’amicizia. Incorniciati con gusto, in una commedia ironica e candida
allo stesso tempo (…) Un esordio promettente.
Gabriella Gallozzi su L'Unità
Che piacevole sorpresa. Una commediola senza pretese, girata con
evidenti scarsi mezzi, che ispira simpatia e tenerezza (…) Niente di
speciale, ma molta cura nel delineare i caratteri. E due protagonisti
davvero bravi.
Massimo Bertarelli su Il Giornale
La cura che De Caro mette nella messinscena non è solo nella scrittura
ma anche nelle scelte di ambientazione, nelle inquadrature sempre
ingombre e spesso bloccate alla vista, nell'attenzione alle luci (anche
quelle naturali), nell'utilizzo del fuori fuoco, e in un montaggio
creativo e brusco che velocizza la narrazione o, in alternativa, simula
il tempo intercorso senza riprodurne la noia (e la fatica produttiva).
Paola Casella su mymovies.it
Uno spaccato generazionale fresco e ironico che guarda al futuro con gli occhi dei trentenni di oggi. Basterebbe questa definizione riportata nel pressbook del film per giudicare tanto sinteticamente quanto efficacemente l’opera prima di Ciro De Caro.
Francesco Lomuscio su everyeye.it
Spaghetti, una delle cose più semplici ed economiche del nostro paese,
così come è semplice, diretto, ma coinvolgente questo film che sorprende
nella sua capacità di ritrarre, con un'opera, come ha definito lo
stesso regista, a no budget e totalmente indipendente, quei giovani
talmente complicati da raccontare che il cinema contemporaneo nostrano
ha evitato di affrontare… almeno fino ad oggi.
Sara Prian su voto10.it
La riuscita del film si affida alla funzionalità di singole
sequenze (divertenti e argute quelle dei due colloqui di lavoro di
Valerio, personaggio che ha il volto di Valerio Di Benedetto) nonché alla già citata pregnanza dello script, e all'affiatamento tra i quattro interpreti. De Caro sacrifica forse qualcosa a livello di ritmo, affidandosi in modo
eccessivo alla qualità della sceneggiatura, facendo "decollare" il film
solo in un'ottima parte finale
Marco Minniti su movieplayer.it
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