Still Life: recensioni da stampa e web sul film di Uberto Pasolini, tra morte e solitudine, tra dramma e commedia

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Rassegna stampa "Still life", recensioni da stampa e web sul film che ha vinto il premio Orizzonti al Festival di Venezia 2013 e seconda pellicola per Uberto Pasolini tra morte e solitudine, dramma e commedia.


Drammatico, Commedia, Festival - Gb 2013
di Uberto Pasolini con Eddie Marsan, Joanne Froggatt, Karen Drury

Diligente e premuroso, il solitario John May è un impiegato del Comune incaricato di trovare il parente più prossimo di coloro che sono morti in solitudine. Quando il reparto viene ridimensionato a causa della crisi economica, John dedica tutti i suoi sforzi al suo ultimo caso, che lo porterà a compiere un viaggio liberatorio e gli permetterà di iniziare ad aprirsi alla vita.


Still Life significa “natura morta”, tuttavia la parola “vita” contenuta nell'espressione inglese suggerisce meglio il senso del film di Uberto Pasolini, ottimo produttore che si rivela altrettanto fine e sensibile cineasta. Di May, consapevole dell’importanza dell’uscita di scena dalla commedia della vita, Pasolini fa un personaggio stilizzato, straniato immerso in un mondo di grigi, ma dagli occhi del bravo Eddie Marsan trapela un profondo sentimento umano.
Alessandra Levantesi su La Stampa

Still Life è un’opera compiuta e dolorosa, una grande prova di regia. (…) Il film è austero, minimale, pochissimo dialogato. Eddie Marsan, il protagonista, è straordinario. Lo stile è sorvegliatissimo: inizialmente gelido, avvolge pian piano lo spettatore in un’empatia che nel finale strappa un pianto caldo e liberatorio. Un film sulla morte, pieno di vita.
Alberto Crespi su L'Unità

L’eroe del secondo film di Uberto Pasolini sembra uscito da un libro a fumetti o da una canzone, tanto è ben disegnato dall'attore e da una regia essenziale e calibratissima. Invece è frutto di osservazione diretta oltre che di invenzione poetica. E poetico, in certo modo, è il suo lavoro. (…) questo film emozionante, in nulla funereo malgrado il tema
Fabio Ferzetti su Il Messaggero

Un piccolo capolavoro. Targato GB, ma scritto, diretto e prodotto dal romano Uberto Pasolini. (…) Un film struggente con un magico protagonista, Eddie Marsan, una faccia qualunque, per giunta tendente al brutto.
Massimo Bertarelli su Il Giornale 


Still Life non è, sia ben chiaro, un film allegro o conciliatorio, ma a modo suo e attraverso i suoi personaggi esprime un ottimismo di fondo. Di sicuro è in grado di restare con lo spettatore dopo la visione, coerente espressione di un autore curioso e sensibile a cui interessa davvero entrare nella vita di quelli che ci provano ma non ce la fanno e soffrono e falliscono da soli, di cui il nostro cinema spesso e volentieri si dimentica.
Daniela Catelli su comingsoon.it

Con la disarmante semplicità della messa in scena, l'ineffabile malinconia del sonoro, la sensibile performance attoriale, il film penetra la materia dura e ottusa dell'esistenza con una forza e un sentimento rari. Un'opera autentica, emozionante, profondamente conciliante, che vale tutte le sue lacrime.
Gianluca Arnone su cinematografo.it

“Still Life” è una di quelle opere rare in cui si parla di argomenti delicati, come la morte e l’addio a questo mondo (soffermandosi in particolar modo sul servizio funebre), con l’insolita prospettiva di coloro che se ne vanno in solitudine e senza famiglia, che ci ricordano l’importanza del rispetto per l’essere umano vivo, morto, emarginato o perfettamente integrato che sia. Insomma, una lezione di umanità che supera ogni barriera e i cui toni pacati lasciano più segni di una scazzottata.

Still Life è un’opera che trova un suo sottile equilibrio, a tratti forse un po’ troppo sottile e dal ritmo pacato, ma adatto. La fotografia glaciale regala un mood inquieto e triste, e la musica segue queste intenzioni. Si arriva quindi pian piano ad una parte finale che colpisce al cuore: perché qui esplodono tutte le emozioni che lungo il film erano strisciate sottopelle. Peccato per una postilla finale che per chi scrive è “di troppo”, ma che comunque potrà colpire ulteriormente molti spettatori.

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