Rassegna stampa "Dallas Buyers Club", recensioni da stampa e web sul film che racconta una storia aids anni '80 con Matthew McConaughey e Jared Leto candidati come migliori attori agli Oscar 2014.
DALLAS BUYERS CLUB
Drammatico, Storia vera - Usa 2013
di Jean Marc-Vallèe con Matthew McConaughey, Jared Leto, Jennifer Garner, Denis O'Hare
The Dallas Buyers Club è ispirato alla storia vera di un classico uomo del Texas, Ron Woodroof (Matthew McConaughey), a cui viene diagnosticato l'aids
(e di conseguenza per le conoscenze dell'epoca la morte). L'uomo non si
arrende e segue un corso di medicina alternativa dove conosce un transessuale, Rayon (Jared Leto)
che insieme alla dottoressa Eve Sack, lo aiuterà a rimanere in vita per
anni contro tutti i pronostici grazie a cure contestate e illegali.
Non dovrebbe sfuggire la statuetta al protagonista Matthew McCounaughey che oltre ad aver perso 23 chili ha cambiato il rapporto di fiducia col mondo e prenota la classica trasformazione tra primo e secondo tempo.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera
Pulita ed essenziale, la regia del canadese Jean-Marc Vallée non indulge
mai al patetico, rivelando occhio felice per l’ambientazione e
affidandosi agli attori (entrambi candidati) per far emergere le
emozioni: semplicemente straordinario Matthew McConaughey, non perché
per incarnare Woodroof è dimagrito di venti chili, ma per la profondità e
ricchezza di sfumature dell’interpretazione: non gli è da meno Jared
Leto, toccante, vibratile, intenso Rayon.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Un film intenso, costellato da sofferenza, dolore e rabbia, morte e
resurrezione. Una battaglia per il diritto alla vita che potrebbe
toccare tutti. Il problema, se tale possa essere considerato, è che
tutto viene posto sulle spalle dimagrite di McConaughey, finendo per
trasformare in figure archetipiche chi gli sta intorno, a cominciare da
Leto in versione trans. Non un film facile, a volte un po’ ruffiano;
però tragicamente vero e credibile.
Maurizio Acerbi su Il Giornale
Matthew McConaughey e Jared Leto danno spettacoli terrificante in questa
vera storia avvincente e sorprendentemente sono facilmente
riconoscibili.
Peter Debruge su Variety
Esplosivo, ritratto infallibile in cui Matthew McConaughey da il senso
di ciò che rende un attore fantastico: l’ardente impegno sul
personaggio e la pazienza di rendere ogni sfumatura gustosa.
Dallas buyers club è un racconto sentimentale molto ruffiano, che cavalca l'esaltazione della reale battaglia per la conquista del proprio diritto alla vita da parte di un uomo che compie tutto il percorso da deprecabile fino ad adorabile, un eroe pieno di difetti e dunque ancor più amabile, decisamente meno interessante, complesso o profondo di quanto l'interpretazione di McConaughey non cerchi di farlo apparire. Inoltre, per andare appresso al suo protagonista sempre e comunque, cercando nel suo corpo la soluzione di ogni scena e l'esaltazione di ogni passaggio importante, Jean-Marc Vallée trascura il resto del cast nonchè della storia.
Gabriele Niola su mymovies.it
Jean-Marc Vallée osserva da vicino questi due straordinari talenti (Matthew McConaughey e Jared Leto)
costruendo un film crudo e commovente, storicamente dettagliato e
registicamente impeccabile, grazie anche ad una sceneggiatura solida
come la roccia, mai troppo volgare nel banalizzare il dolore e nel
cercare una lacrima facile che va da se’ arriverà spontaneamente. E con
merito.
dr apocalypse su cineblog.it
Jean-Marc Vallée
riesce a divertire, indignare, emozionare, commuoverci, non forzando
all’estremo nessuno di questi aspetti. Impossibile, poi, non parlare
degli attori: naturalmente della grande performance di Matthew McConaughey (che così scheletrico sembra il fratello coi baffi del Christian Bale di L’uomo senza sonno), ma anche del travestito Jared Leto, che evita la maniera e rende umano il suo personaggio.
Mauro Donzelli su comingsoon.it
Siamo di fronte al Cinema Americano con la maiuscola, per l'eccellenza della scrittura, della recitazione (notevoli anche gli apporti di Jared Leto in versione transgender e di Jennifer Garner nel ruolo di una dottoressa combattuta), per la vivida adesione a un'epoca e a un ambiente (diverse le sottoculture interessate, da quella cowboy a quella omo, passando per quella medica e affaristica), per l'energia che sprigiona, gli umori che sollettica e per come ci lascia: vicini non al Woodrof che muore, ma all'uomo che ha veramente vissuto solo dopo essersi ammalato. Applausi.
Gianluca Arnone su cinematografo.it
Mauro Donzelli su comingsoon.it
Siamo di fronte al Cinema Americano con la maiuscola, per l'eccellenza della scrittura, della recitazione (notevoli anche gli apporti di Jared Leto in versione transgender e di Jennifer Garner nel ruolo di una dottoressa combattuta), per la vivida adesione a un'epoca e a un ambiente (diverse le sottoculture interessate, da quella cowboy a quella omo, passando per quella medica e affaristica), per l'energia che sprigiona, gli umori che sollettica e per come ci lascia: vicini non al Woodrof che muore, ma all'uomo che ha veramente vissuto solo dopo essersi ammalato. Applausi.
Gianluca Arnone su cinematografo.it
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