Rassegna stampa de "Il Capitale Umano", recensioni da stampa e web sul discusso film di Paolo Virzì ambientato nella industriale Brianza e tratto da un romanzo americano di Stephan Amidon.
Thriller, Drammatico, Commedia nera - Italia 2014
di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Fabrizio Gifuni
La velleità di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita
diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di
una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso
incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a
complicare le cose e a infittire la trama corale di un film
dall'umorismo nero che si compone come un mosaico.
Con Il capitale umano Paolo Virzì ha cambiato passo. È andato in Brianza a raccontare com’è cambiata l’Italia, lo ha fatto come se partisse per l’Alaska. Ha messo in valigia i suoi attrezzi da sarto di storie e come un esploratore si è addentrato di soppiatto nella terra dei ricchi. Di quelli che “hanno scommesso sulla rovina del nostro paese, e hanno vinto”. Il film è bellissimo, il migliore di Virzì. Potente, lieve, preciso. Il regista dirige un gruppo di attori eccezionali rendendo ciascuno di loro, se ancora possibile, una sorpresa.
Concita De Gregorio su La Repubblica
Film di puro e godibilissimo racconto, cosa quasi unica nel nostro
cinema (…) in questa trama mobile di amori, alleanze, screziate da lampi
di sarcasmo (del regista) e di violenza (dei personaggi), si agitano
luoghi e situazioni che alludono a un degrado e a un declino molto più
generali.
Fabio Ferzetti su Il Messaggero
E’ incredibilmente denso e inverosimile il contesto sociale che Virzì,
Piccolo e Bruni riescono a ricostruire: Il capitale umano è veramente il
ritratto dell’Italia di oggi, colta anche nella sua stratificazione
sociale (si va dai ricchissimi ai proletari, o a ciò che rimane di
loro). Ma è anche azzeccatissimo il lavoro sui personaggi: tutti hanno
dei doppi fondi
Alberto Crespi su L'Unità
Crudele dramma social familiare di Virzì, cui riesce bene il trapianto
in Brianza di un romanzo ambientato in Connecticut (…) Il film, che si
arrotola secondo quattro diversi punti di vista, non ha dubbi
nell'individuare i peggiori nei ricchi: insensibili, avidi e immorali.
Con Il capitale umano, Paolo Virzì non racconta solo l’ingordigia dell’animo umano, agghiacciante e spietato contro tutto e tutti quando meno te l’aspetti. Racconta soprattutto la morale confusa di un paese che ha ormai le fondamenta putrefatte. L’agghiacciante chiusa finale, uno schiaffo dritto in faccia, è la cura perfetta allo strazio dei titoli natalizi italiani che stanno spuntando nelle sale come funghi.
Gabriele Capolino su cineblog.it
Potrà sembrare freddo, come lo è l’ambiente che descrive, ma Il capitale umano
si insinua sottopelle, lavora sul vivo, accresce quel senso di sgomento
e angoscia che, da qualche tempo, condiziona lo stato d’animo di un
intero paese. Impantanato in un presente irrimediabilmente compromesso
dai padri, e che affida la speranza per il futuro alla forza delle nuove
generazioni. Ma a quale prezzo?
Valerio Sammarco su cinematografo.it
Virzì riesce sempre a mantenere vive la tensione e le molteplici
possibilità di risoluzione dell’intreccio, ma l’elemento thriller sembra
essere più che altro un pretesto dietro cui si nasconde una maggiore
urgenza. Virzì tratteggia in maniera spietata un paese in profonda crisi
morale e identitaria, dove l’ambizione, l’ascesa sociale e la ricerca
del successo a tutti i costi alimentano processi di progressiva
disumanizzazione e di prevaricazione feroce.
Marco Valerio su spaziofilm.it
Il film conferma la grande bravura di Virzì nel guardare con occhio
attento e curioso alla società italiana e ai suoi "mostri" (citiamo Dino
Risi non a caso), senza mai cadere nella trappola del giudizio morale
dei propri personaggi, né nel cinismo: la critica del regista livornese è
più matura, di più ampio respiro, e mostre le debolezze umane
intrecciandole con quelle di un Paese, l'Italia, che racchiude in sé
alcuni disarmanti paradossi.
D. Di Benedetti su cinema4stelle.it
Contaminazioni di cinema nordico, il dramma francese che fa capolino,
l'ironia della commedia all'italiana più pungente e acuta, la suspense
dei thriller americani (si percepisce che Virzì è un grande fan di Guillermo Arriaga, sceneggiatore di Alejandro González Iñárritu
e in giuria all'ultima edizione del Torino Film Festival insieme ad
Amidon) il sarcasmo e lo humor nero del cinema spagnolo: c'è tanto
cinema ne Il capitale umano ma c'è soprattutto la capacità straordinaria
del suo regista di spingersi oltre e di mettersi alla prova con nuove
sfide senza mai perdere l'entusiasmo, la semplicità e quello sguardo
ironico, disincantato e feroce che lo ha sempre contraddistinto.
Luciana Morelli su movieplayer.it
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