Rassegna stampa "Last Vegas", recensioni da stampa e web su un addio al celibato molto particolare con 4 premi Oscar..
Commedia - Usa 2013
di Jon Turteltaub con Michael Douglas, Kevin Kline, Morgan Freeman, Robert De Niro
Beh sembra proprio "Una notte da leoni" versione invecchiata.
Last Vegas è una commedia corale che segue le vicende di quattro amici
che decidono di organizzare una festa di addio al celibato a Las Vegas
per l'unico tra loro che ancora non si è sposato. I problemi iniziano
quando il playboy e il vedovo del gruppo si invaghiscono della stessa
donna, una cantante del locale dove sono capitati.
Per film come questo si è soliti dire che il cast vale comunque la visita. Tesi discutibile. Se Kevin Kline (il meno anziano del gruppo) profonde una certa energia, DeNiro e Douglas sembrano annoiarsi, e il pubblico con loro. Ma quel che dà più fastidio è l’atteggiamento paternalistico verso la terza età, con enfasi sul banale concetto che sia un dovere non rinunciare mai al divertimento e ai piaceri della vita.
Roberto Nepoti su LaRepubblica
Last Vegas è stato definito “ Una notte da leoni in versione terza età”.
In parte è vero, in parte no. Qui il divertimento nasce soprattutto dal
piacere di vedere un gruppo di divi prestigiosi che, pur impegnati in
un calibrato gioco di squadra, si dilettano a incarnare i rispettivi
personaggi secondo i propri ritmi e la propria personalità.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Chiaro che c’è calcolo e furbizia, ma i leoni ruggiscono ancora e tra
viagra, incomprensioni ancestrali per colpa di competizioni sentimentali
e gag gerontofilie (a ogni telefonata, gli amici si aspettano di sentir
parlare di cancro o prostata o peggio)si ride con gusto. Il migliore è
Kline. Il più giovane della banda.
Francesco Alò su Il Messaggero
Nulla può sorprendere in un film come questo, se non la commozione di
vedere quattro attori superbi prendersi gioco di se stessi e della vita.
Fuori dalla portata dei ricordi, quelli dei personaggi e quelli dei protagonisti, Last Vegas è un film senza una destinazione credibile che recluta la 'meglio gioventù' (che fu) e propone un 'riscatto' della vecchiaia, non già rivoluzionandone i termini ma sclerotizzandone le prerogative istituzionali. In fondo alla commedia e nel fondo di un bicchiere resta l'amaro di un post sbornia e di uno scotch invecchiato male.
Marzia Gandolfi su mymovies.it
Leggera, piacevole, scanzonata, Last Vegas non è un'opera memorabile, ma è un ottimo pretesto per vedere quattro cavalli di razza alle prese con un gioco divertente.
Francesca Fiorentino su movieplayer.it
Turtletaub aveva in mano un gruppo di attori sontuoso,
oltretutto disposto palesemente a giocare con la loro iconicità pur di
divertirsi, pronti all’auto ironia e a lasciar perdere i capricci da
star. Il problema è che l’operazione ha i notevoli limiti della
rimpatriata fra amici, una struttura da manuale della commedia, la
sensazione di un compito svolto meccanicamente.
Mauro Donzelli su comingsoon.it
L’idea che per sentirsi vivi bisogna rifare per forza le sciocchezze dei
giorni andati è discutibile, ma avrebbe avuto comunque più credito del
deprimente vorrei ma non posso servito dalla sceneggiatura di Dan Fogelman. Le
gag sono tutt’altro che sorprendenti e sfruttano l’irriducibilità di
corpi e desideri, entrambi antichi ma non più associabili. Las Vegas non
è mai stata tanto luccicante e innocente, e dire che lì De Niro ci
aveva girato Casino. Tra i quattro beniamini l’alchimia è meno
scontata di quanto si pensi, prova ne sia che alla radiosa Mary
Steenburgen bastano un paio di pose per oscurare tutta la compagnia. Il cameo di 50 Cent ci ricorda che l’hip-hop non è musica per le loro orecchie. Come se Last Vegas fosse invece gioia per i nostri occhi.
Gianluca Arnone su cinematografo.it
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