Di seguito una serie di recensioni internazionali, americane e francesi, del film scandalo di Lars Von Trier "Nymphomaniac" (clicca qui per tutto sul film) che sarà a marzo nelle sale italiane e parteciperà in versione integrale al Festival di Berlino che parte il 6 febbraio.
Nymphomaniac arriva a marzo nelle nostre sale e sapremo se è solo tanto rumore per nulla. Ovviamente approderà solo la versione soft divisa in due tempi di due ore ciascuno. Versione senza censure, invece. al Festival di Berlino che parte il prossimo 6 febbraio. Alla Berlinale, quindi, la versione integrale e più lunga del film di Lars Von Trier che non sarà presente a Cannes (forse per le sue uscite antisemite nella sua partecipazione) con cui ha avuto sempre un rapporto costante dal suo primo film "L'elemento del crimine" (1984) con cui vince anche il Gran Premio Tecnico.
Prima di vederlo nelle sale possiamo farci un'idea della pellicola, che racconta dell'ascesa e declino di una ninfomane interpretata da Charlotte Gainsbourg, con le recensioni provenienti dall'estero. Ne possiamo dedurne che, come quasi sempre, Lars von Trier spacca e divide la critica.
Un lavoro affascinante nonostante il suo lato un po’ caotico, con una
moltitudine di occulte sub-letture e un paio di provocazioni inutili.
Nymphomaniac è una prova aggiunta del virtuosismo di un regista diviso
tra la carne e lo spirito, un grande artista disturbato nel lavorare sul
confine caotico tra le nozioni di bene e male.
Cineuropa
Un’orgia tra il sublime e il ridicolo, caotica e non particolarmente bella.
Time Out London
Anche con questo taglio di “Nymphomaniac”, l’unica intenzione di Von
Trier è di tipo intellettuale, rendendo l’immagine filosoficamente
rigorosa. Un prodotto da cinefili più che da guardoni.
Variety
Se Nymphomaniac è un film malato, secondo la definizione
coniata da Truffaut per le opere più bizzarre dei registi famosi, ha una
malattia sessualmente trasmissibile.
Le Figaro
Gli scambi tra Charlotte Gainsbourg e Stellan Skarsgård rimangono per lo
più sul lato oscuro, ma entrambi gli attori mantengono il discorso
interessante. Anche se curato dallo stesso direttore della fotografia,
Manuel Alberto Claro, Nymphomaniac non possiede la stessa
lussureggiante bellezza oscura dell’ultimo film di von Trier, Melancholia, ma ha ancora momenti di fisicità impressionante. Le scelte musicali sono eclettiche.
Hollywood Reporter
Un melodramma glaciale di mistificante bellezza.
Cahiers du Cinéma
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