The Butler: recensioni da stampa e web del nuovo film di Lee Daniels sulla storia vera di un maggiordomo nero alla Casa Bianca

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Rassegna stampa "The Butler", recensioni da stampa e web del film sulla storia vera di un maggiordomo nero alla Casa Bianca firmato da Lee Daniels ("Precious", "Paperboy"). Nel cast anche non attori come: Oprah Winfrey, Robin Williams, Lenny Kravitz, Mariah Carey.


Drammatico, Storico, Storia vera - Usa 2013
di Lee Daniels con Forest Whitaker, Oprah Winfrey, Mariah Carey, John Cusack, Jane Fonda

Eugene Allen. Nero di umili origini, maggiordomo alla Casa Bianca dal 1957 al 1986 è stato testimone della vita privata e delle vicende politiche di 7 presidenti degli Stati Uniti, da Harry Truman fino all'insediamento di Barack Obama. Il film racconta la tenacia e la determinazione di un uomo, che ha avuto il coraggio di cambiare non solo il suo passato, ma anche il futuro di un intero Paese. Attraverso lo sguardo e le emozioni di Cecil Gaines (questo il nome del maggiordomo nel film) si ripercorrono gli eventi e i cambiamenti della scena socio-politica americana: dall'assassinio di John F. Kennedy e di Martin Luther King, ai movimenti dei Freedom Riders e delle Black Panther, dalla Guerra del Vietnam allo scandalo del Watergate. 


Scientificamente confezionato per il genere “film da Oscar” (anche se i Golden Globe lo hanno snobbato): argomento ambizioso, stile classicheggiante, grandi personaggi e grandi attori. Non diremo opportunistico; ma almeno “programmatico”, sì.
Roberto Nepoti su La Repubblica

Un copione che, proponendo il messaggio politico sotto forma di romanzo popolare, calca senza esitazioni sui toni stereotipi del melodramma in vista di ottenere l’effetto. Tuttavia l’importanza della tematica e l’interiorizzata interpretazione di Forest Whitaker - un Cecil che a dispetto di non essersi mai ribellato al suo ruolo di «servitore» dei bianchi emerge figura di grande dignità e spessore morale - risultano vincenti; e il film commuove e coinvolge.
Alessandra Levantesi su La Stampa

Il film di Daniels con Whitaker è un impeccabile riassunto di storia, prolungato e didascalico, servito coi guanti: non diventa mai passione.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera

Sarà un cinema con la mano pesante, sarà una pellicola così netta da risultare scontata, ma il racconto procede che è una meraviglia, l’emozione è forte e il dramma lascia spesso spazio alla commedia.
Francesco Alò su Il Messaggero

The Butler di Daniels è sempre coinvolgente, spesso divertente e certamente mai noioso.
Todd McCarthy su Hollywood Reporter

Whitaker scava in profondità e dà una meravigliosa prestazione sotto-la-pelle, sembra catturare l'essenza di un uomo che ha trascorso tutta la sua vita cercando di non essere visto.
Scott Foundas su Variety 


The Butler culla lo spettatore, turbadolo sulle prime per poi in qualche modo rassicurarlo. Ma forse di Claireece "Precious" Jones ne basta una sola e non è detto che al cinema si vada per soffrire. Le lacrime comunque sono garantite, come richiede ogni buon “polpettone”.
Carola Proto su comingsoon.it 

Cast all star, da Alan Rickman a Jane Fonda (i Reagan), da John Cusack (Nixon) al maggiordomo Lenny Kravitz (un testone, spalle strette e pappagorgia: sex symbol?), The Butler ha i crismi del mèlo-biopic, un occhio al cuore, l’altro alla Storia: per citare un brand nero che ha fatto storia, il sottotitolo dovrebbe essere FUBU, ovvero, for us by us, eppure questo filmone d’impegno strappalacrime possono vestirlo tutti, anche i bianchi.
Federico Pontiggia su cinematografo.it

Tecnicamente ben strutturato, tra splendidi costumi, impeccabile trucco, ottime ricostruzioni scenografiche, cast monster e un onnipresente tema musicale nato per pungere sempre più le corde delle emozioni, The Butler pecca malamente nel non osare, limitandosi alla retorica di fondo che non va oltre la pura didattica cinematografica. 
dr apocalypse su cineblog.it

Al di là del cast prestigioso e dell’ottima prova di Whitaker, al di là degli edificanti messaggi disseminati per tutte le due ore di durata, il film resta prigioniero della sua stessa grandiosità retorica e si impantana nelle sabbie mobili di un didascalismo eccessivo. Il risultato è un vero “polpettone” di lusso, infarcito di grandi ideali sull’intolleranza e la segregazione razziale, e chiuso dall’inevitabile e fin troppo facile effetto commozione di quello storico “Yes, We Can”.
Elena Bartoni su voto10.it

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