Michel Piccoli è l'ingegnere che fabbrica a Roma maschere antigas. Una sera, annoiato dalle chiacchiere di un collega, torna a casa, snobba la cena che gli è stata preparata, si cucina un risotto come si deve, scopre una vecchia pistola avvolta in un giornale (l'edizione in cui si annunciò la morte di Dilinger), la ingrassa, rimettendola in funzione, amoreggia con la cameriera, sale in camera da letto dove la moglie dorme, la uccide sparandole attraverso il cuscino. Al mattino lascia la sua bella casa e si dirige verso il mare. Scorge un veliero dal quale i marinai calano in acqua il corpo del cuoco testè morto. Si presenta al capitano e al proprietario. Sarà il nuovo cuoco. Il veliero fa rotta per Tahiti.
Ferreri interpreta in questo modo la contestazione sessantottina che lo circonda. Lo sberleffo di Dilinger è morto sarebbe un piccolo scherzo di gusto dubbio se non si presentasse in veste così algida e se non contenesse un ragionamento intorno alla oppressione delle immagini (il cinema, la televisione, la pittura) sulla vita borghese. I colori del film si impastano con i colori del super 8 girati durante le vacanze, con i documentari tv e le presentazioni dei film sul piccolo schermo...
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