Londinese, figlio di immigrati nigeriani, studia recitazione da subito e ottiene grande successo in patria interpretando Amleto e Romeo e Giulietta, e nominato per queste a concorrere al Laurence Olivier Theatre Award, premio di grande rilevanza in Gran Bretagna.
Al cinema inizia facendosi notare con una piccola parte in "Amistad" di Steven Spielberg. Si fa notare e amare dalla critica in parti, sempre defilate ma incisive, accanto ad attori di successo: in Amistad è accanto a Morgan Freeman ed Anthony Hopkins, in Love Actually è il marito di Keira Knightley, detective in "Inside Man" accanto a Denzel Washington e Clive Owen, al fianco di Angelina Jolie per "Salt".
Lo cerca il cinema d'autore: Stephen Frears lo sceglie per intepretare un medico africano a Londra in "Piccoli affari sporchi" (2002), un film di denucia sul traffico di organi umani che lo fa conoscere a livello internazionale e di pubblico; lavora con Woody Allen per "Melinda, Melinda" (2004) e con Spike Lee in "Inside Man" (2006). Nel 2007 arriva un grande ruolo in "American Gangster" di Ridley Scott, tratto da una storia vera, dove è fratello di Denzel Washington che interpreta un potente trafficante nero di eroina.
La prima nomination, ai Golden Globe, arriva nel 2007 per "Kinky Boots-Decisamente diversi" dove è una drag queen che salva un'impresa di scarpe che un giovane eredita dal padre. Anche attore in serie tv che lo fanno notare al pubblico e dove ottiene altre nomination ai Golden Globe: "Tsunami" (2007), "Endgame" (2010), "Dancing on the edge" (2014).
I bookmakers lo danno favorito come miglior attore agli Oscar 2014 per "12 anni schiavo": Storia
vera tratta dall'autobiografia di Solomon Northup: un uomo nero libero
che viene rapito a Washington nel 1841 per essere
portato da schiavo a lavorare nelle piantagioni della Louisiana per ben
dodici anni.
Natalia Aspesi su La Repubblica ne parla così: "Sulla bella faccia di Chiwetel Ejofor passano tutti i sentimenti dal dolore alla speranza, dal sentirsi schiavo come gli altri ma anche uomo libero, che deve nascondere di saper leggere e scrivere per non essere ucciso."
Natalia Aspesi su La Repubblica ne parla così: "Sulla bella faccia di Chiwetel Ejofor passano tutti i sentimenti dal dolore alla speranza, dal sentirsi schiavo come gli altri ma anche uomo libero, che deve nascondere di saper leggere e scrivere per non essere ucciso."
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