Rassegna stampa "Storia d'inverno", recensioni da stampa e web sul fantasy-gangster di Akiva Goldsman con Colin Farrell e Russel Crowe...
STORIA D'INVERNO
Fantasy, Gangster - Usa 2014
di Akiva Goldsman con Colin Farrell, Jennifer Connelly, Russell Crowe, William Hurt
Una notte d'inverno, Peter Lake, orfano ed esperto meccanico, tenta di
svaligiare un palazzo-fortezza nell'Upper West Side. Sebbene creda che
la residenza sia vuota, la figlia dei proprietari è a casa. Inizia così
l'amore tra Peter, uno scassinatore irlandese di mezza età e Beverly
Penn (Jessica Brown Findlay), una giovane ragazza che sta morendo.
Anthansor, un misterioso cavallo bianco, salverà Peter Lake dal folle
gangster Pearly Soames (Russell Crowe) e diventerà il suo angelo
custode.
È una faccenda di angeli e demoni. Una fiaba dalla trama esuberante per dirla educatamente, incasinata per dirla schietta.
Paolo D'Agostini su La Repubblica
Nel trasporre sullo schermo il fluviale romanzo di Mark Culprin (Neri Pozza) - sorta di reinvenzione mitico-trascendentale della metropoli americana - Akiva Goldsman ha sfrondato la pagina, concentrandosi sulla storia d’amore e redenzione (…) a risultare poco convincente è l’aspetto magico messianico per non dire del fattore demoniaco rappresentato dal criminale Russel Crowe, cosicché si resta con l’idea di un buon film mancato.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Film assurdamente simpatico, salvato da cast (Crowe deformato digitalmente in viso dalla rabbia funziona egregiamente) ed eccentricità oltre la media hollywoodiana.
Francesco Alò su Il Messaggero
Che fantastico pastrocchio. Una favola involontariamente umoristica, nella New York del 1895, con coda ai giorni nostri.
Massimo Bertarelli su Il Giornale
Winter’s Tale è una storia d’amore fantasy dai toni puerilmente fiabeschi che tenta di alimentarsi, qua e là e invano, di quegli ingredienti che hanno caratterizzato le storie fantastiche più belle e famose, come La Storia Infinita e Ladyhawke, e le fiabe più classiche come Biancaneve o La Bella Addormentata nel bosco. Tutti gli attori, soprattutto Colin Farrell e Russell Crowe (ad eccezione, forse, di Will Smith), sono penalizzati nel loro talento a causa di una sceneggiatura che suscita inevitabilmente riso e derisione.
Elisa Cuozzo su voto10.it
Storia d'inverno è intrattenimento monocorde senza crepitio se non quello del ghiaccio che affonda i bad guys di Soames. Meglio allora inquadrarlo come inedita faccia dell'epica filmografia di Russell Crowe, forma assiderata del male in look rasato che 'umilia' a colpi di cranio quello sempre ricercato di Farrell. Proiettato nel futuro e pettinato all'indietro.
Marzia Gandolfi su mymovies.it
Un film stucchevole e melenso, privo di autenticità e incapace di coinvolgere emotivamente lo spettatore; un film in cui complessivamente si fa fatica a salvare qualcosa. Tranquillamente evitabile!
su letteraturaecinema
Appesantito da una regia prigioniera di un formalismo fin troppo convenzionale e da un copione che propone un improbabile protagonista giovane centenario e come coprotagonista un cavallo bianco che mette le ali e vola tra i grattacieli di New York, il film annega dentro un romanticismo fuori tempo infarcito di spiritualismo new age abbastanza stonato e kitsch. Per la serie: come avere un cast lussuoso e sprecarlo quasi tutto, da Colin Farrell a Russell Crowe, da Jennifer Connelly a William Hurt. Per finire con la veterano Eva Marie Saint, 90 anni a luglio, Oscar come miglior attrice non protagonista nel 1955 per Fronte del porto di Elia Kazan.
Massimo Giraldi su cinematografo.it
È una faccenda di angeli e demoni. Una fiaba dalla trama esuberante per dirla educatamente, incasinata per dirla schietta.
Paolo D'Agostini su La Repubblica
Nel trasporre sullo schermo il fluviale romanzo di Mark Culprin (Neri Pozza) - sorta di reinvenzione mitico-trascendentale della metropoli americana - Akiva Goldsman ha sfrondato la pagina, concentrandosi sulla storia d’amore e redenzione (…) a risultare poco convincente è l’aspetto magico messianico per non dire del fattore demoniaco rappresentato dal criminale Russel Crowe, cosicché si resta con l’idea di un buon film mancato.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Film assurdamente simpatico, salvato da cast (Crowe deformato digitalmente in viso dalla rabbia funziona egregiamente) ed eccentricità oltre la media hollywoodiana.
Francesco Alò su Il Messaggero
Che fantastico pastrocchio. Una favola involontariamente umoristica, nella New York del 1895, con coda ai giorni nostri.
Massimo Bertarelli su Il Giornale
Winter’s Tale è una storia d’amore fantasy dai toni puerilmente fiabeschi che tenta di alimentarsi, qua e là e invano, di quegli ingredienti che hanno caratterizzato le storie fantastiche più belle e famose, come La Storia Infinita e Ladyhawke, e le fiabe più classiche come Biancaneve o La Bella Addormentata nel bosco. Tutti gli attori, soprattutto Colin Farrell e Russell Crowe (ad eccezione, forse, di Will Smith), sono penalizzati nel loro talento a causa di una sceneggiatura che suscita inevitabilmente riso e derisione.
Elisa Cuozzo su voto10.it
Storia d'inverno è intrattenimento monocorde senza crepitio se non quello del ghiaccio che affonda i bad guys di Soames. Meglio allora inquadrarlo come inedita faccia dell'epica filmografia di Russell Crowe, forma assiderata del male in look rasato che 'umilia' a colpi di cranio quello sempre ricercato di Farrell. Proiettato nel futuro e pettinato all'indietro.
Marzia Gandolfi su mymovies.it
Un film stucchevole e melenso, privo di autenticità e incapace di coinvolgere emotivamente lo spettatore; un film in cui complessivamente si fa fatica a salvare qualcosa. Tranquillamente evitabile!
su letteraturaecinema
Appesantito da una regia prigioniera di un formalismo fin troppo convenzionale e da un copione che propone un improbabile protagonista giovane centenario e come coprotagonista un cavallo bianco che mette le ali e vola tra i grattacieli di New York, il film annega dentro un romanticismo fuori tempo infarcito di spiritualismo new age abbastanza stonato e kitsch. Per la serie: come avere un cast lussuoso e sprecarlo quasi tutto, da Colin Farrell a Russell Crowe, da Jennifer Connelly a William Hurt. Per finire con la veterano Eva Marie Saint, 90 anni a luglio, Oscar come miglior attrice non protagonista nel 1955 per Fronte del porto di Elia Kazan.
Massimo Giraldi su cinematografo.it
Peccato che lo scrittore si chiama Mark Helprin e non Culprin come ha scritto La Stampa... ancora giornalisti sono, un minimo di ricerca potrebbero farla prima di scrivere str*****e!
RispondiElimina"Un film stucchevole e melenso, privo di autenticità e incapace di coinvolgere emotivamente lo spettatore; un film in cui complessivamente si fa fatica a salvare qualcosa. Tranquillamente evitabile!
RispondiEliminasu letteraturaecinema"
Peccato che a me ha coinvolto emotivamente eccome, non piangevo così tanto al cinema da quando rividi Titanic in 3D (e ho detto tutto).
Sto leggendo il libro e lo ripeterò fino alla morte, la trasposizione cinematografica non è la copia esatta di un libro. E' ovvio che alcune cose devono essere tolte e altre cose in un film possono essere mostrate in un paio di inquadrature mentre in un libro ci vogliono anche un paio di pagine.
Questo libro ha oltre 800 pagine, il film dura 2 ore. Ovviamente alcune cose vengono tolte, è normale. Il libro è stupendo, tanto quanto il film, a parer mio.
Ha una bella morale, un senso e un significato, al di là dello sfondo fantastico che secondo me, non guasta. Adoro quando passato e presente si intrecciano e si incontrano.
E poi Akiva Goldsman non è il primo arrivato, sarà stato il suo debutto da regista, ma ha lavorato come sceneggiatore assieme a Ron Howard ne Il Codice DaVinci e Angeli e Demoni; e anche in Constantine, Io sono Leggenda, Io Robot, Cinderella Man, A Beautiful Mind...