Rassegna stampa "Tango Libre", recensioni da stampa e web sul film (Premio Giuria Speciale a Venezia 2013) su una storia d'amore e di tango all'interno di un carcere...
TANGO LIBRE
Drammatico - Francia, Belgio 2012
di Frederic Fonteyne con François Damiens, Anne Paulicevich, Sergi López, Jan Hammenecker
JC è una guardia carceraria, è un uomo senza una storia che si nasconde
dietro le regole. Ha solo una fantasia: ballare il Tango. Una notte, nel
salone della scuola di tango, JC incontra Alice. Danzano
contemporaneamente e il giorno successivo la vede di nuovo nella stanza
della prigione, dove si effettuano le visite. Alice è la moglie di due
detenuti, Fernand e Domenico, che lei segue con suo figlio di prigione
in prigione. Le regole penitenziarie proibiscono alle guardie di
socializzare con i visitatori, ma per la prima volta nella sua vita, JC
sta per infrangere le regole.
L'anticonvenzionale centro drammatico risiede in un quartetto amoroso, trattato senza "pruderie" ma con un tocco realistico – a risvolti simbolici – molto personale. Quasi un grande film: lo sarebbe stato rinunciando al tono troppo dimostrativo e valorizzando le scene di danza (specie quelle in carcere), che sono la sua carta migliore.
Roberto Nepoti su La Repubblica
Film curioso del regista belga Frèdéric Fonteyne, un gentile d’animo che
si destreggia fra genere carcerario, musicale e romantico, utilizzando
la ben nota sensualità del tango come collante narrativo (…)I personaggi
sono superiori alla media per scrittura e psicologia e tutto il cast li
serve con slancio.
Maurizio Porro su Il Corriere della Sera
Il tango non è solo l’occasione d’incontro fra due personaggi lontani
come la vibrante Alice e il timido secondino. E’ anche il codice, il
passepartout, il linguaggio universale che irromperà nel carcere
portando un soffio di follia, e forse di utopia in questi spazi angusti,
fra quei corpi brutali. Oggi che il genere carcerario rifiorisce nei
più diversi modi, una bellissima sorpresa.
Fonteyne pedina le reazioni, anche violente, dei suoi personaggi ma, ancora una volta, si lascia tentare dal sovraccaricare il soggetto (scritto insieme all'attrice protagonista e basato in parte su dati biografici) inserendo la figura del figlio adolescente di Alice che sarebbe bastata da sola per un intero altro film e che finisce invece per sfiorare la retorica alterando quella che si presentava come l'intrigante ed elegante fluidità di un passo a quattro.
Giancarlo Zappoli su mymovies.it
Sorrisi, scene drammatiche che si alternano a siparietti comici, fluidità nel narrare le vicende e nel seguire da vicino i personaggi, esattamente come quella espressa dal tango, l’opera di Fonteyne amalgama bene i vari ingredienti che la compongono e si farà amare per la sua semplicità.
Alice Bianco su voto10.it
E' uno strano oggetto Tango Libre, con i suoi spostamenti di centro, il suo carattere atemporale e un realismo poetico che fa capolino di tanto in tanto. Se non altro il film tiene viva l'attenzione dello spettatore, che si domanda continuamente chi verrà scelto dalla scaltra Alice. E' la sua imperscrutabilità il grande mistero che Fonteyne celebra, senza giustamente svelarlo neppure per un istante.
Carola Proto su comingsoon.it
Con un’attenzione del tutto manieristica ai dettagli, il propellente
musicale del film risiede sfortunatamente tutto nella supremazia
normativa del montaggio, e non certo nei corpi o nella libertà
improvvisativa dei singoli numeri (si rimpiange davvero il primo Tony Gatlif),
congelati ad una distanza formale, già inscritti in un gioco di
relazioni apparentemente complesso, di fatto già dato in modo
schematico; il movimento diventa un gioco ritmico visivo esteriore e non
emerge dai corpi. Il cinema chiuso di Fonteyne, autore tra gli altri
del sopravvalutatissimo pamphlet sulla volatilità del sentimento amoroso
“Une liaison pornographique”, si rivela con Tango Libre, probabilmente
per la prima volta in modo così chiaro, in tutta la sua inerzia
convenzionale.
Michele Faggi su indie-eye-it
il film è ineccepibile per stile, scrittura, recitazione. Possiede
originalità da vendere e ammirevole disinvoltura per come riesce a
dipanare una matassa intricata. Tango Libre è tanti – troppi? - film in uno: è commedia romantica e machiavellica, un prison movie leggero, una storia intimista, un musical con “la malinconia triste del tango".
Gianluca Arnone su cinematografo.it
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