CineStory, la storia del cinema - I film: "Accattone" (1961) di Pier Paolo Pasolini
Il primo film di Pier Paolo Pasolini dove condensa i suoi lavori letterari precedenti, "Ragazzi di vita" e "Vita violenta",
e racconta dei ragazzi delle borgate romane inseguendo l'ingenuità che
il progresso ha fatto perdere loro. Una condizione quella delle
periferie senza speranze dove la morte (elemento presente in molti dei
suoi film) è l'unica soluzione di riscatto. Girato con tutti attori
presi dalla strada e con un budget molto ridotto. Il film fu bloccato
dalla censura e ritirato dalla sale italiane. La condizione del
sottoproletariato e il suo desiderio di diventare borghesia (borghesia e
progresso guardati con ostilità dal regista e visti come omologazione
ai consumi e alla televisione, rozzezza ed incultura) sono alla base di
"Mamma Roma" (1962) con Anna Magnani e "La ricotta" (1963) dove viene condannato per "vilipendio alla religione di stato" (eh si, a quell'epoca si può dire che eravamo talebani).
Quando il produttore Alfredo Bini decide di correre l'avventura con un regista esordiente che non sa di nulla di tecnica, Pasolini ha 38 anni e aveva già avuto un rifiuto da Federico Fellini. E' autore di versi scandalosi ("Le ceneri di Gramsci") e di due romanzi ("Ragazzi di vita" e "Una vita violenta") che del sottoproletariato sono, insieme, il ritratto impietoso e la glorificazione ma che costituiscono soprattutto un ricalco manieristico del linguaggio, dei comportamenti e della morale di una gioventù abbandonata a sè stessa eppure libera e misteriosamente felice. Accattone è la rappresentazione di tutto questo.
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