Rassegna stampa "Il violinista del diavolo", recensioni da stampa e web del film sulla vita di Niccolò Paganini.
IL VIOLINISTA DEL DIAVOLO
Biografico, Drammatico - Germania 2013 - Di Bernard Rose con David Garrett, Jared Harris
1830. Niccolò Paganini (David Garrett), virtuoso del violino e amante
delle donne, si trova all’apice della carriera, acclamato in tutta
Europa. Il suo nome è sinonimo di amori e scandali, esattamente ciò che
il suo manager Urbani (Jared Harris) sta facendo del suo meglio per
alimentare.
Manca ancora però un debutto britannico e per riuscire a convincere
Paganini a raggiungere Londra, l’impresario inglese John Watson
(Christian McKay) e la sua amante Elisabeth Wells (Veronica Ferres) sono
disposti a tutto.
Il film divaga sulla tournée londinese che effettivamente Paganini effettuò all'inizio degli anni Trenta, tra successo e contrasti come per lui d'abitudine, subito prima di ritirarsi definitivamente in Italia. Veramente inutile.
Paolo D'Agostini su La Repubblica
Seguiamo Paganini nello scorcio finale di una tormentata esistenza, fra
tournée turbolenta e soprassalti artistici e sentimentali, senza molta
convinzione. Ma quando suona, bisogna ammettere che il violinista Garret
(anche arrangiatore della colonna sonora) si impone per fascino e
passione.
Alessandra Levantesi su La Stampa
Il prevedibile terzetto degli eccessi- sesso, gioco e Stradivari – vampirizza il kitch fino a svuotarlo. Un’occasione perduta.
Fabio Ferzetti su Il Messaggero
Il violinista del diavolo, appunto, ben impersonato dal musicista David
Garret. Sentirlo suonare vale il prezzo del biglietto; per il resto,
siamo dalle parti del melò tv.
Il violinista del diavolo è un'interessante riflessione sulla natura del talento, il culto della celebrità, i prodromi dell'industria musicale e la differenza fra l'intrattenitore e l'artista. Peccato che la forma non aderisca meglio al contenuto: ma non sono molti i Paganini, nemmeno fra i registi.
Paolo Casella su mymovies.it
Il film trova regia elementare (anzi, alimentare), fotografia affidata
al caso e un protagonista che ammette: “Non sono Al Pacino”. Se lo
guardate con gli occhi chiusi è da 10, altrimenti…
Federico Pontiggia su cinematografo.it
Pur risultando pallido, il film va incontro alla curiosità che il pubblico può avere nei confronti di un animo eccentrico e affascinante quale è stato Niccolò Paganini. Non foss'altro che per questo suo spirito divulgativo, credo possa meritare un generale apprezzamento.
Simone Arseni su filmup.it
Rose è stato attento e molto esigente nel ritrarre un’epoca ricca di sfaccettature che col tempo nonmolto sono cambiate. Uniche note dolenti del film, quella voglia di andare oltre in alcune
note farsesche e metaforiche (il diavolo ostentato fin troppo) e la
performance del protagonista Garrett che, a parte quando ha il violino in mano, non può dirsi un vero asso del recitare.
Mirko Lomuscio su youmovies.it
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